Permesso premio per Alberto Savi, killer della banda della Uno Bianca
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BOLOGNA, 24 FEBBRAIO - L’ex poliziotto Alberto Savi, condannato all’ergastolo per le vicende che lo hanno visto coinvolto nella Uno Bianca, ha ottenuto per la prima volta dopo 23 anni un permesso premio: avrà la possibilità di essere libero per dodici ore, dalle 8 alle 20, presso una comunità protetta.[MORE]
La notizia non è passata inosservata, soprattutto per le polemiche che si stanno susseguendo. Al permesso si era opposta la Procura della Repubblica, presentando ricorso dopo il via libera del giudice di sorveglianza. Ma non è bastato, ai fini di una decisione criticata dai familiari delle vittime cadute in mano alla brutalità della banda tra il 1987 e il 1994.
Savi, 52 anni, è attualmente detenuto presso il carcere di Padova. E’ il fratello minore di Roberto e Fabio, presenti anch’essi all’interno di una delle bande criminali più temute degli anni ’90, considerate le brutali modalità di operazione. Profonda amarezza è stata espressa da Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione vittime della Uno Bianca: «Non lo ritengo giusto. I nostri morti non li ottengono i permessi premio. Per sette anni la banda dei Savi ha fatto quello che ha avuto, uccidendo con crudeltà disumana. Perciò, non avrei accordato nessun permesso».
foto da: ladigacivile.eu
Cosimo Cataleta