Ocse: paesi adottino regole comuni per ridurre le disuguaglianze
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ROMA, 30 MAGGIO- "C'è una percezione: che la globalizzazione non stia funzionando e che abbia portato ad un aumento delle disuguaglianze danneggiando la classe media e i lavoratori meno qualificati, sia nei Paesi avanzati sia in quelli in via di sviluppo, ma questi problemi non hanno come origine un'apertura dell'economia" a livello mondiale. E' quanto afferma l'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) nel suo Business and Finance Outlook 2017. [MORE]
L'Ocse spiega che ad incidere negativamente è anche la "mancanza di condizioni paritarie e regole uguali in diversi settori che coinvolgono il commercio, gli investimenti, la competizione". L'organizzazione con sede a Parigi ha pertanto sollecitato "i Paesi che operano nel mercato globale ad agire ed adottare una serie di principi di trasparenza che portino a benefici per tutti".
L'edizione 2017 del Business and Finance Outlook, riporta il sito ufficiale Ocse, si è soffermata sulle modalità di potenziamento dell'equità ("fairness"), ossia su di un rafforzamento della governance globale al fine di assicurare una parità di condizioni nel campo del commercio, degli investimenti e nel comportamento delle aziende attraverso la definizione ed una migliore applicazione degli standard globali.
Nell'outlook si sottolinea il rischio correlato alla creazione di regolamentazioni finanziarie incoerenti: "sono stati fatti grandi passi avanti sulle riforme normative nel settore bancario ma restano due anomalie che sono in contrasto con l'obiettivo di avere condizioni paritarie". Tali anomalie riguardano in primo luogo il ruolo delle banche: esse "nell'Europa continentale [...] finanziano per gran parte l'economia mentre nei paesi Anglosassoni lo fanno per lo più i mercati", rendendo rischioso un approccio univoco verso la regolamentazione (la stessa regola, infatti, potrebbe danneggiare le banche e quelle economie che dipendono soprattutto dal credito bancario rispetto ad economie dove i mercati svolgono un ruolo più ampio). La seconda anomalia concerne i criteri di Basilea 3 per la valutazione dei rischi, che "permettono alle banche di avere diversi livelli di indebitamento pur avendo le stesse regole sul capitale e diverse giurisdizioni".
Inoltre, aggiunge l'Ocse, il processo di ri-regolamentazione delle banche non è probabilmente riuscito a trovare un equilibrio adeguato, in quanto "le piccole banche locali avrebbero dovuto avere una regolamentazione diversa rispetto a quelle considerate sistemiche".
foto: derivati.info
Marta Pietrosanti