#Occupygezi, la realtà di Istanbul raccontata da un emigrante italiano
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NAPOLI, 6 GIUGNO 2013- C'è un pezzo di cuore di Napoli anche nella vivace Istanbul di questi giorni. Si sa che i napoletani li trovi un po' dovunque, ed in mezzo ad un serie di eventi come quelli delle utlime settimane in Turchia, un napoletano trasferitosi ad Istanbul, ci aiuta a fare un po' di chiarezza ed ordine. Antonio Piccolo vive nella città turca da circa un anno e gestisce un blog http://istanbulperitaliani.tumblr.com/, in cui racconta le mille bellezze dell'affascinante Istanbul, cercando ogni giorno di descrivere una piazza o quartiere non famosi ma altrettanto ricchi di cultura ed attrazioni. Antonio ci ha aiutato a capire quali sono le motivazioni di #Occupygezi e qual è adesso la situazione in città.[MORE]
Come state vivendo le rivolte a Istanbul?
Prima di tutto c'è da fare una grossa precisazione, c'è un equivoco creato dal "sensazionalismo" dei mass media occidentali. Non sono rivolte, sono manifestazioni di protesta come sono accadute in altri Paesi europei. Stiamo parlando di Erdogan ma che comunque 2 turchi su 3 votano ed appoggiano sinceramente visto i 10 anni del suo governo che hanno portato ad una crescita economica della Turchia davvero notevole. Nelle piazze ci sono giovani, artisti, intellettuali, semplici cittadini che hanno voluto protestare e difendere il Gezi Parki dalla costruzione di un centro commerciale (inutile, ne esistono quasi un centinaio in tutta Istanbul che credo sia la città con più centri commerciali al mondo), la ricostruzione di una caserma ottomana del XVII sec e di una nuova Moschea. La protesta è sfociata nella repressione da parte della Polizia turca e da lì è partita l'indignazione che ha portato milioni di turchi a scendere nelle piazze di tutta la nazione.
Perchè la polizia sta arrestando i manifestanti?
Attualmente sono in corso accertamenti da parte delle stesse Forze dell'Ordine nei confronti dei poliziotti che hanno davvero ecceduto nell'uso della forza. Voglio aggiungere che il Governo turco a differenza di altri paesi occidentali, tra i quali l'Italia, si è velocemente attivato su questo aspetto per individuare da subito, senza far trascorrere molto tempo, responsabilità e colpe. Poi se questo rimane un espediente per "smorzare" i toni della la situazione o un autentico atto di responsabilità, ognuno è libero di interpretarlo come vuole.
Le notizie delle rivolte vengono riportate dalla stampa turca?
La maggioranza della stampa turca appartiene ad Erdogan o a gruppi editoriali vicini al Governo. Lo stesso vale anche per la TV. Per questo motivo i manifestanti si danno appuntamenti, organizzano iniziative ecc. tutto sui social network: facebook e Twitter. Naturalmente esistono giornali e canali televisivi di opposizione che riportano i fatti che stanno accadendo in Turchia sulle prime pagine ma perdono nel confronto sia quantitativo che qualitativo. I turchi, oggi, usano molto la rete anche per le informazioni e per esprimere le loro opinioni. La Turchia è un paese che ha una società molto giovane e quindi molto attiva culturalmente, politicamente e socialmente e i fatti di questi giorni lo dimostrano.
Nella politica di Erdogan cosa c'è che porta così tante persone in piazza?
Due turchi su tre votano Erdogan alla luce dei risultati di benessere e di sviluppo economico che la nazione turca ha avuto in questi anni. Quasi tutta la classe dirigente turca proviene culturalmente e socialmente dall'Anatolia, regione tradizionalista e conservatrice, molto differente dalle regioni che si affacciano sul mare e che sono più "aperte". Erdogan molto lentamente sta portando la società turca ai valori culturali e sociali di cui appartiene. Quindi ha abolito il reato di vilipendio nei confronti della memoria di Ataturk (il padre della Turchia moderna ed eroe nazionale, simbolo della laicità dello Stato), è di pochi giorni fa l'approvazione di una legge che vita la vendita di alcolici alla sera , sta dotando la nazione di nuove infrastrutture. Attualmente ad Istanbul stanno costruendo un nuovo ponte che collega il Corno D'Oro con Galata, è in cantiere la costruzione di un terzo aeroporto, un terzo ponte sul Bosforo (la società è metà turca e metà italiana), la costruzione di una delle Moschee più grandi del mondo, l'organizzazione dei giochi olimpici del 2020 Insomma Erdogan sta puntando a sostituirsi alla figura davvero ingombrante di Ataturk con investimenti, progetti faraonici e un grande sviluppo economico. Ora la sfida è questa: i turchi sono disposti a sacrificare la loro laicità in vista di un benessere raggiunto e realmente tangibile? Alcuni non lo sono. Non sono la stragrande maggioranza ma esistono e stanno protestando in tutto il Paese. In più non dobbiamo dimenticare che nel 2014 ci saranno nuove elezioni politiche.
Come è adesso la situazione?
Attualmente ad Istanbul la situazione non è problematica. Oggi a Gezi Parki proietteranno un film all'aperto. Quotidianamente sono in corso nei luoghi degli scontri dei giorni scorsi danze, letture, spettacoli teatrali e musicali a testimonianza della vivacità del popolo di Istanbul. La situazione lentamente in questi giorni ritornerà alla normalità. Oggi (5 giugno) hanno attraccato le navi della Costa Crociera e simili con i turisti che passeggiano tranquilli come tutti i giorni dell'anno. La situazione non è esplosiva al momento (parlo di Istanbul)ma come in tutte le cose può svilupparsi in maniera positiva o degenerare, al momento la sensazione è che stia tornando tutto verso la normalità anche perchè esponenti del governo hanno accettato di incontrare un comitato cittadino per ascoltare e trovare un accordo o un punto di incontro. Il comitato cittadino è forte di una sentenza di un giudice che ha temporaneamente sospeso i lavori a Gezi Parki. Stiamo a vedere cosa succederà.
Nicoletta de Vita
Foto di Antonio Piccolo