No alla “zona rossa” e domani attività aperte. Bovalino si allinea alla pacifica protesta (VIDEO)
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BOVALINO (RC), 06 NOV - Grande fermento oggi, in tutta la Calabria, per l’inserimento della Regione nella fascia stabilita dal Governo e contrassegnata come “zona rossa”, questo anche a dispetto dei numeri che segnalano la Calabria come una delle regioni italiane meno contagiate e che è stata, addirittura, indicata dalle autorità tedesche come l’unica regione d’Italia a poter essere meta di turismo e oggetto di normale frequentazione.
Non c’è stata provincia dove non si siano registrate manifestazioni: libere, spontanee, pacifiche e volontarie. Comunque, al di là dei numeri e degli indicatori sanitari che hanno portato a questa nefasta soluzione adottata dal governo, non è solo la questione sanitaria a tener banco, ma soprattutto l’aspetto economico che fa ritornare in auge lo spettro maledetto del primo lockdown, una chiusura totale che ha rappresentato la caporetto per l’economia italiana, una dèbacle sociale ed economica di cui ancora stiamo pagando caro lo scotto.
Tornando all’attualità, in ogni angolo della regione il live motiv è stato lo stesso: “sfidare le imposizioni prescritte dal nuovo Dpcm tenendo aperte, ad iniziare da domani, tutte le attività commerciali e produttive calabresi”, una ribellione civile
e pacifica da parte dei lavoratori autonomi, professionisti e partite iva per gridare forte il senso di dolore ed incertezza nel futuro che pervade l’animo di ogni lavoratore ed imprenditore.
Anche la locride, stasera, si è data appuntamento per manifestare il proprio sdegno. A Locri, commercianti e imprenditori sono scesi in piazza per protestare pacificamente contro il lockdown definito light. I manifestanti per qualche minuto hanno bloccato anche la S.S. 106 Jonica perché fortemente indignati e scoraggiati da una soluzione del governo ritenuta “errata e penalizzante” per l’intera economia del territorio.
Anche a Bovalino, in Piazza Camillo Costanzo, con inizio intorno alle ore 18.30, un discreto numero di cittadini si è dato appuntamento per ribadire a forte voce il proprio NO alla chiusura della maggior parte delle attività economiche e produttive del paese. Ad essere presa di mira è stata soprattutto la politica “infame, clientelare e fallimentare” di questi ultimi decenni, una politica che ha sfasciato sempre più la sanità sotto ogni punto di vista. Ospedali come quello di Locri, ma anche quello di Siderno e Melito sono in agonia perenne da molti anni ed il depauperamento è avvenuto lentamente fino a giungere alla quasi completa chiusura lasciando sguarnito un territorio vasto come quello dell’intera provincia reggina. A nulla sono valsi i vari commissariamenti che si sono succeduti negli anni, si è sempre andati di male in peggio e come se non bastasse è notizia di oggi che è alle porte un nuovo commissariamento che lascia sgomento il popolo calabrese. Ed è proprio la carenza di strutture e presidi sanitari, oltre alla mancanza di tamponi registrata in questi ultimi giorni, che preoccupa e non poco i cittadini. Processare un tampone (quando si trova) ed avere l’esito dopo 4/5 giorni è una cosa intollerabile e non degna di un paese civile.
La pacifica forma di protesta è stata organizzata in poco tempo da un gruppo di cittadini che hanno fatto il tam tam sui social fino a giungere all’incontro di stasera dove, però, la discussione è stata calma e pacata anche se ci sono stati momenti di legittima arrabbiatura quando si è parlato di vera discriminazione nei confronti della nostra regione e di un popolo, quello calabrese, che si è sempre distinto per ingegno e laboriosità. Prima di lasciare il luogo dell’incontro, i presenti, si sono detti tutti d'accordo nel non tenere chiuse domani le proprie attività commerciali ed economiche e sfidare, così, le autorità preposte; il fine è quello di unificare le forze al fine di far modificare le caratteristiche ritenute troppo penalizzanti di questo nuovo lockdown-light. Comune a tutti è stata anche la volontà di far parte di un gruppo social registrato su facebok, contrario all’assegnazione della Calabria alla fascia definita “zona rossa”.
Pasquale Rosaci