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GIOIA TAURO, 29 GENNAIO - I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria e quelli della Compagnia Carabinieri coadiuvati dallo Squadrone cacciatori Calabria hanno arrestato il boss latitante Antonino Pesce di 34 anni. [MORE]
Il boss era considerato il reggente dell'omonima cosca per la quale si occupava di recuperare le risorse finanziarie, in particolare gestendo l’attività di importazione di cocaina dal Sudamerica e di incrementare i rapporti con le altre cosche del reggino, in particolare quella dei Bellocco e dei Molè.
Pesce è stato ritrovato in un appartamento a Gioia Tauro, dove, verosimilmente, si era recato per incontrare la compagna ed i figli. Il boss era latitante da luglio 2016, quando si era sottratto a un provvedimento di fermo emesso dalla Dda nell'ambito dell'operazione “Vulcano” condotta dalla Guardia di finanza. L'arresto è avvenuto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, per associazione mafiosa e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Antonino Pesce, nel momento dell'irruzione delle forze dell’ordine, ha tentato di sbarazzarsi di una pistola lanciandola dalla finestra dell'abitazione. L'arma è stata prontamente recuperata dai carabinieri ed è poi risultata essere una pistola semiautomatica in ottimo stato e perfettamente funzionante, frutto di un furto a Civitanova Marche del 2015. Antonino Pesce non ha opposto resistenza ed è stato condotto nel carcere di Palmi.
Nel corso dell'operazione è stato arrestato, per favoreggiamento personale, anche Tonino Belcastro, di 53 anni, già noto alle forze dell'ordine e proprietario dell'abitazione in cui è stato sorpreso il latitante e presente al momento dell'irruzione.
Fonte immagine newsly
Claudia Cavaliere