Napoli, proteste in attesa della Lorenzin, ma lei non c'è
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NAPOLI, 26 SETTEMBRE - Sit in di protesta all'esterno dell'hotel Royal, sul lungomare di Napoli, dov’era attesa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Decine di manifestanti - lavoratori della sanità privata campana, rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil del settore pubblico, appartenenti ai centri sociali - hanno aspettato la ministra, la quale però ha disertato l'incontro perché trattenuta in Consiglio dei ministri.
La Lorenzin, che doveva prendere parte al convegno sulla sanità organizzato dal deputato Raffaele Calabró, è intervenuta solo in video collegamento. [MORE]
Tra i contestatori molti indossavano mascherine verdi e hanno chiesto il pagamento degli arretrati. Delia Garofalo, del pronto soccorso della Clinica Pineta Grande di Castel Volturno, ha detto: «Alla Lorenzin chiederemo di darci non solo l'accredito, ma soprattutto il credito per il lavoro fatto finora, perché il privato sta facendo lavoro eccellente e noi siamo pronti a mostrarlo con i numeri».
Presenti anche esponenti dei centri sociali che hanno esposto cartelli contro il diritto di cura che, si legge, «ci è stato negato».
Al convegno ha invece partecipato il governatore De Luca il quale ha detto: «Vogliamo uscire dal commissariamento entro il 2017» mentre il commissario Polimeni racconta «il deserto quantitativo e qualitativo trovato in Campania». Bisogna, ha ribadito, «tenere fuori la politica dalla sanità».
De Luca ha poi aggiunto: «Il quadro della Campania è quello descritto da Polimeni, di disastro organizzativo e inefficienza. Da uomo del Sud sono indignato per questo, un apparato regionale demenziale che nessuno aveva mai toccato per paura di perdere clienti. Così avevamo 1200 addetti alla formazione e 200 alla sanità. Siamo partiti con interpelli ma gli interpellati, dopo sei mesi, non si facevano interpellare. Per questo ho trasferito dalla mattina alla sera 200 dipendenti. Nella pubblica amministrazione o si governa con il consenso o con la ghigliottina. Ora sono tutti più disponibili. Prima avevamo una sola persona addetta a definire il fabbisogno cioè i tetti di spesa, una addetta ai convenzionamenti, una addetta al controllo dei bilanci, un democratico, un artista, un antifascista ma di certo non esperto di bilanci, zero addetti ai controlli. Purtroppo la Regione non ha mai definito il fabbisogno, siamo in ritardo di 15 anni, per questo i tetti di spesa non reggono. Dobbiamo liberare la sanità da ladri e farabutti, da falsi centri accreditati. Ci riusciremo».
Il governatore ha inoltre annunciato: «L'assessore alla Sanità oggi, domani e dopodomani lo fará il presidente della Regione. Così evitiamo equivoci».
In collegamento da Roma, la Lorenzin, a cui sono state affidate le conclusioni, ha dichiarato: «Il meccanismo dei commissariamenti ha avuto una sua logica ma ora qualcosa va cambiato. Ci sono Regioni commissariate da 10 anni, ora ci vogliono obiettivi certi e tempi certi. Vorrei che entro il 2018 tutte le Regioni uscissero dal commissariamento come è successo all'Abruzzo. Quanto dice De Luca mi fa pensare che la Campania ce la puó fare, sui conti la situazione è positiva ma il punteggio sui Lea è ancora troppo basso e allora bisogna riorganizzare il sistema, rendere i servizi migliori e più efficienti».
«Abbiamo tolto i vincoli sulla mobilità alle strutture nelle Regioni in piano di rientro – ha spiegato la ministra - Avevamo previsto un nuovo meccanismo sul riparto del fondo sanitario ma le Regioni non hanno raggiunto un'intesa. Questo problema si risolverà con il referendum perché si definiranno le competenze di Stato e Regioni». «Se gli obiettivi fissati da De Luca verranno raggiunti – ha concluso - la Campania potrà uscire dal commissariamento».
[foto: ilmattino.it]
Antonella Sica