Monti, "Ereditato governo da cialtroni. È nuova tangentopoli"
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MILANO, 15 FEBBRAIO 2013 – Mario Monti, ospite questa mattina della trasmissione televisiva Agora su Rai 3 - a chi gli ha domandato se, a seguito degli arresti importanti avvenuti in questi ultimi giorni, si può parlare di un ritorno di Tangentopoli, il Professore ha risposto “Purtroppo sì”. Il presidente del Consiglio, ha continuato puntualizzando, “L'evidenza è molto simile ma la speranza è minore. Nel '92-93 c'era quella che veniva percepita come un'azione liberatoria: si pensava che l'azione della magistratura e la coscienza dei cittadini avrebbero portato alla fine del fenomeno. Invece l'azione della magistratura è andata avanti, la coscienza degli italiani e soprattutto politici si è molto seduta e siamo qui di nuovo”.
Monti, restando in tema, prosegue affondando il colpo, “Dopo tanti anni di governo Berlusconi non c'è una legge anti-corruzione. L'Italia è un paese importante, è un paese del G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l'atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato. Il candidato premier di Scelta Civica, facendo mente locale all’azione del suo governo, ha evidenziato come questo abbia “fatto fatica, a causa della resistenza del Pdl, a far approvare un'adeguata legge anti-corruzione. Questa norma è arrivata dopo che, dopo tanti anni di governo Berlusconi, non ne era stata approvata ancora una”. Il professore ha evidenziato che, “Uno che ha governato tanti anni come Berlusconi doveva fare qualcosa a livello internazionale. L'Italia è un Paese importante, è nel G8, e certo può anche cadere nel ridicolo come è accaduto per l'atteggiamento ridicolo tenuto da qualcuno in passato”. [MORE]
Poi, restando in tema Finmeccanica e le dichiarazioni rilasciate a riguardo a Berlusconi che, il giorno prima aveva giustificato in un certo senso delle commissioni nell'ambito di trattative con “Paesi del Terzo Mondo”, Monti ha sostenuto, “Che le tangenti esistano frequentemente negli affari, soprattutto in certi Paesi, è realtà, che debba essere visto come necessario e ineluttabile lo rifiuto. Dopo tanti anni di Governo Berlusconi, non c'era una legge anticorruzione e non stiamo parlando di Terzo Mondo”, sottolineando che, “I nostri colossi possono comportarsi secondo gli standard in uso nei paesi nei quali anche per l'interesse dell'economia italiana lavorano, ma se è possibile evitando certi fenomeni di ritorno come le tangenti ai partiti italiani o a chi li ha messi in quelle posizioni. Questo flusso non è una prassi e se in Italia ci fosse stata una seria legge contro la corruzione sarebbe stato più difficile”. E poi sferza un altro affondo,”Se vincesse il centrodestra l'Italia tornerebbe a rischio come nel novembre 2011 e si fermerebbero le riforme in grado di far crescere il Paese. Se vincesse il Pd con Vendola, invece, i conti sarebbero più al sicuro, ma non si proseguirebbe sulla strada delle riforme strutturali”.
Il discorso, poi, passa alle elezioni alle porte e alle possibili alleanze, “Non abbiamo avuto nessun dialogo né con la destra né con la sinistra al momento, andiamo avanti con le nostre proposte. Poi vedremo. Con Sel e Pd minori rischi di fiamme finanziarie, ma resistenze sulla diminuzione spesa pubblica. Per poter fare compagine comune il centrosinistra deve lavorare per un mercato del lavoro più aperto. Ma non c'è maggiore probabilità di alleanza col centrosinistra che col centrodestra senza Berlusconi alleati con Bersani? Dipende dai programmi”.
A tal riguardo, in merito ad un'apertura al Pdl, Monti chiarisce, “Se Silvio Berlusconi è pronto a cedere il passo ad Angelino Alfano la redenzione è possibile per tutti. Se ci fosse anche soltanto una parvenza di tentativo di rispetto una delle promesse fatte - ipotizzando un'eventuale vittoria del centrodestra - prevedo seri problemi per i tassi di interesse e scarsa ulteriore strada per le riforme per la crescita. Sono molto più ferito quando dei cialtroni dicono di aver lasciato l'Italia in buone condizioni nel 2011 e che io l'avrei portata sul baratro, che non inorgoglito quando ricevo i complimenti di Obama”.
Infine, proseguendo sulle possibili alleanze – nel caso in cui a vincere fosse lo schieramento di Bersani, Monti lascia intendere che, “Dipende se nel programma ci sono le riforme che noi vogliamo e per le quali io ho compiuto l'insensatezza di rinunciare a posizioni che mi venivano prospettate”. Alle domanda dei giornalisti presenti che, a quel punto, incuriositi chiedono (dando per scontata la risposta), “Il Quirinale?”, Monti risponde lasciando un po’ spiazzati gl’interlocutori, «E non solo, perché ci tengo a fare queste riforme». Alle insistenze del conduttore su cosa gli è stato “Offerto oltre al Quirinale, non si trattava di un pacchetto cumulativo, ma di posizioni di quasi vertice o di vertice nel governo, ma erano conversazioni. A chi incalza domandando se la proposta è venuta da Bersani, Monti conclude affermando, “Esiste anche uno spazio privato nelle conversazioni”.
(fonte: Agorà)
Rosy Merola