La tragedia di Aylan si ripete: un altro bimbo in fuga morto annegato
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NAYPYIDAW, 5 GENNAIO - Mohammed Shohayet, 16 mesi, ha perso la vita durante la fuga della sua famiglia per salvarsi dalle violenze dei militari. [MORE]
Il dramma, avvenuto in Birmania, risale al 4 dicembre, ma la foto simbolo arriva un mese dopo attraverso un’intervista del padre del piccolo alla Cnn. La famiglia di Mohammed, facente parte dell’etnia Rohingya, stava scappando su una barca verso il Bangladesh, ma questa è affondata, mentre i soldati sparavano sui fuggitivi.
I Rohingya sono minoranza musulmana molto vessata in Myanmar a causa di presunti attacchi nei confronti di alcuni posti di blocco della polizia di frontiera. Attacchi ai quali le forze dell’ordine hanno risposto con una massiccia rappresaglia.
L’immagine choc del bambino seminudo, con la faccia immersa nel fango, ne riporta alla mente un’altra, quella dell’estate 2015, quando una giornalista, sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, fotografa un altro bimbo senza vita sul bagnasciuga, le braccia stese dalla risacca. La posizione di Aylan Kurdi, tre anni, è la stessa di Mohammed. Anche lui è morto insieme al fratellino e alla madre, durante una fuga dalla Siria. Solo il padre sopravvive, come nel caso di Mohammed. Differenti le cause della fuga, identico l’epilogo.
Ora l’uomo, Zafor Alam, sta supplicando il mondo affinché prenda atto della situazione dei rohingya. “Nel nostro villaggio, i soldati ci sparano addosso. I miei nonni sono stati bruciati vivi -spiega durante l’intervista- “La mia vita non ha più senso. Preferirei essere morto”, ha detto alla Cnn dal campo profughi del Bangladesh dove si trova.
Giulia Piemontese
(immagine da: ilfattoquotidiano.it)