La Notte Nazionale del Liceo Classico “Fiorentino” di Lamezia
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LAMEZIA TERME (CZ) 20 GEN - Ricordato il professore Leonzio Speranza, docente di Storia e Filosofia per 30 anni presso il Liceo Classico “ Fiorentino” di Lamezia Terme, nell’ambito della imponente manifestazione “ La Notte Nazionale del Liceo Classico Fiorentino” giunta alla VI edizione. L’iniziativa di grande spessore culturale e ricca di numerosi eventi, nata dall’idea del professore Rocco Schembra di Acireale, ha coinvolto 436 Licei in tutta Italia consentendo agli studenti di esprimere la loro inventiva e creatività in linea con la classicità che informa la loro scuola. Presenti il vescovo della diocesi di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci, il sindaco Paolo Mascaro e l’assessore alla Cultura Giorgia Gargano tra il pubblico oltre alle docenti Gianna Nicastri e Maria Cristina Cittadino, che hanno curato l’organizzazione.
Dopo l’introduzione del dirigente scolastico Nicolantonio Cutuli che ha esaltato la scuola, fondata nel 1863 e mirata alla valorizzazione dei talenti che diventeranno cittadini di altissimo livello ed aver auspicato il recupero della sua autonomia in base all’offerta culturale e non a numeri su cui si basa il Ministero, la professoressa Gianna Nicastri ha tracciato un rapido profilo del professore Leonzio Speranza che ha voluto donare alla biblioteca del “Fiorentino” 150 volumi della sua biblioteca personale. « Mio padre aveva già manifestato l’idea di regalare i libri al Liceo» ha affermato il figlio Renzo, presente all’iniziativa insieme al fratello Gianni, ex sindaco di Lamezia Terme, aggiungendo che il padre, di origine campana, era venuto a Nicastro nel 1949 dopo aver vinto il concorso in Storia e Filosofia e d’allora vi è rimasto per sempre con la sua famiglia.
La ricostruzione autentica della figura del professore Speranza, scomparso circa un anno fa, è emersa attraverso la testimonianza di tre dei suoi ex alunni che ancora lo ricordano con stima ed affetto. Il primo a parlare è stato il dottore Tommaso Sonni che ha dichiarato di aver imparato dal suo professore «di stare in silenzio attento» che ha osservato anche dopo aver compiuto gli studi e di non averlo mai sentito parlare in classe di politica di cui invece discutevano gli studenti avendo dato vita in merito ad un’iniziativa. Erano gli anni compresi tra il ‘69 e il ’74.
Segni indelebili, lasciati dal professore Speranza e dalla scuola frequentata, si registrano nella formazione della dottoressa Elisabetta Mercuri per la quale il Liceo Classico è stato fondamentale per averle trasmesso rigore, studio e metodo i quali sono stati in grado di farla diventare una donna capace di esercitare la virtù della disobbedienza come strumento utile per rifiutare il compromesso e dire liberamente quello che pensava. «Era molto stimato, umile e non alzava mai la voce. Il suo metodo di studio – ha precisato la Mercuri - insegnava a capire ed interpretare il momento storico presente». «Era pacato, sereno, sempre presente a scuola anche con il naso congestionato per il raffreddore, ed è stato uno dei tanto docenti che hanno lasciato una traccia nella mia formazione.
Rispettoso verso i colleghi e conscio della sua appartenenza alla scuola». Così lo descrive il professore Albino Cuda, piuttosto emozionato nel mettere piede nel Liceo dove ha trascorso 5 anni come studente del “Fiorentino”, 29 anni come docente e 2 anni come dirigente scolastico e dove è stato alunno del professore Speranza tra gli anni ’67- ’70. È seguita subito la presentazione del libro “Orgoglio e pregiudizi” della giornalista Tiziana Ferrario, noto volto del Tg1, già corrispondente da New York, condotta dalla professoressa Gianna Nicastri che con un gruppo di studenti ha curato l’approfondimento del testo sollecitandoli a porre domande all’autrice.
La giornalista ha voluto raccontare all’Italia la rivolta ancora in corso delle donne americane che cominciano ad alzare la voce contro il razzismo, la misogenia e il linguaggio scorretto di Trump anche quando sono personaggi famosi come la tennista Serena Williams. Le donne alzano la voce anche contro la disparità salariale e le molestie sessuali. Tale situazione di arretratezza femminile « non conviene a nessuno – sostiene la giornalista – perché tenere le donne in una condizione subalterna impedisce al Paese di crescere».
Foto: Mascaro - Nicastri - Cittadino -Schillaci - Cutuli
Lina Latelli Nucifero