L'astice al veleno di quel genio di Salemme

Laura Mazzoni
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L'astice al veleno di quel genio di Salemme
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L’ultima commedia scritta e interpretata da Vincenzo Salemme regala 2 ore di comicità vera e scanzonata, con quel retrogusto amaro di chi sa sorridere alla solitudine, ai tradimenti, alla meschinità e alle bugie.
Salemme attinge alla tradizione teatrale popolare, in una cornice vagamente ispirata alla “vida es sueño” di Calderòn de la Barca, caratterizzando molto bene i protagonisti: la bella ragazza che sogna di diventare attrice e si accontenta di un uomo a metà, bello e bugiardo, ammogliato inseparabile, che è anche regista e proprietario, tramite sua moglie, del teatro dove lei recita; l’aiutante tutto fare, la lavandaia, il munaciello calabrese, uno scugnizzo e un poeta siciliano. Gli ultimi 4 mettono in scena una trasposizione di coscienza ora parlante e cantante, ora silente, che viene percepita solo dagli animi più sensibili come eco alla loro solitudine.[MORE]
Il giorno della pre-vigilia di Natale la fragile tristezza eterea di Barbara, protagonista femminile della vicenda, si confronta con la razionalità romantica e delicata di Gustavo, già perito elettrotecnico, interpretato da Salemme, un incredibile Pony express vestito da Babbo Natale, che sopraggiunge in teatro, come profetizzato dal munaciello, a salvare Barbara dai suoi propositi suicidi.
Il ritmo delle battute è incalzante, con una splendida attenzione al lessico e ai doppi sensi generati dall’abbinamento linguistico con l’espressione dialettale.
La solitudine dell’essere umano e la tristezza esasperata dal Natale si contrappongono ad un sentimento sognatore e garbato, mai scontato, mai spiegato, che anche nel colpo di scena finale pongono l’accento sull’accettazione dell’essere umano per quelle che è, quale che sia la sua condizione e il suo status.
Uno spettacolo che davvero merita il successo che sta riscuotendo, e che sarà in cartellone al Teatro Manzoni di Milano fino al 17 aprile.

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Scritto da Laura Mazzoni

Giornalista di InfoOggi

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