Istat: a giugno disoccupazione al 10,9%. Record contratti a termine
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ROMA, 31 LUGLIO - Dopo tre mesi positivi in cui la disoccupazione in Italia scendeva, a Giugno il trend si è interrotto e il numero di persone che cercano un impiego sul totale della forza lavoro è aumentato dello 0,2% risalendo a 10,9%. Il numero dei disoccupati è, dunque, cresciuto di 60 mila unità raggiungendo quota due milioni e 866 mila persone. [MORE]
Continuano a crescere i contratti a termine (+16mila) che raggiungono il record di tre milioni e 105 mila.
Gli inattivi (persone che non hanno un lavoro e che non lo cercano) registrano una diminuzione di 27 mila unità.
In crescita la disoccupazione giovanile (15-24 anni) che sale al 32,6% (+0,5 su Maggio) assestandosi su livelli nettamente inferiori a quelli raggiunti nel marzo del 2014 (43,5%) ma, allo stesso tempo, ancora lontani rispetto a quelli di febbraio 2007 (19,5%).
I più colpiti dalla mancanza di lavoro sono gli uomini (-42 mila occupati) e le persone di 35 anni o più (-56 mila), soprattutto i dipendenti permanenti (-56 mila).
Complessivamente, però, nei dodici mesi, la disoccupazione "cala lievemente", "mantenendosi sui livelli della fine del 2012".
La crescita dell’occupazione su base annua (+1,4%) riguarda soprattutto i lavoratori a termine (+394 mila); aumentano gli occupati ultracinquantenni (+355 mila) e quelli della fascia 15-34 (+119 mila), calano quelli nella fascia 35-49 anni (-145 mila). In ogni caso, tenendo conto della componente demografica, si può affermare che l’occupazione aumenta in tutte le fasce d’età.
I dati dell’Istat arrivano nello stesso giorno di quelli dell’Eurostat che si occupa di statistiche relative ai paesi Ue. Secondo l’Eurostat la disoccupazione nell’Unione Europea è all’8,3%, il minimo da nove anni, contro il 10,9% registrato in Italia. Il dato che preoccupa di più, tuttavia, è quello sulla disoccupazione giovanile che in Italia è al 32,6% contro il 16,9% dell’eurozona e il 15,2% dell’Ue. Gli unici due Paesi ad avere un indice peggiore del nostro sono la Grecia (42,3%) e la Spagna (34,1%).
Fonte immagine: udinetoday.it
Fabio Di Paolo