Inquinamento, oltre la metà dei capoluoghi è fuorilegge
Cronaca Lazio

Inquinamento, oltre la metà dei capoluoghi è fuorilegge

venerdì 20 gennaio, 2012

ROMA, 20 GENNAIO 2012 - Processi industriali e di produzione dell'energia, traffico e riscaldamenti sono le principali fonti di inquinamento cittadino. Secondo l'ultimo rapporto di Legambiente Mal'aria di città 2012, oltre la metà dei capoluoghi di provincia monitorati non rispetta i parametri di legge previsti per l'emissione di Pm10.[MORE]

I limiti di emissione giornalieri per la tutela della salute umana sono fissati a 50 µg/m3 (microgrammi per metro cubo). Limiti che, per legge, possono essere superati al massimo 35 volte in un anno. Secondo il dossier pubblicato oggi da Legambiente, il 67% dei capoluoghi monitorati (55 città su 82) nel 2011 ha superato di gran lunga questo tetto. «Quello che preoccupa – si legge nel dossier – è l'entità del fenomeno e il numero impressionante di superamenti annuali del limite giornaliero di protezione della salute umana». Ben 13 città hanno sforato tali limiti per più di 100 giorni. A guidare la classifica – redatta in base ai dati Arpa rilevati dalla peggiore centralina di ogni città – sono Torino, Milano e Verona, le quali hanno superato i limiti giornalieri rispettivamente per 158, 131 e 130 volte in un anno. I dati, già preoccupanti di per sé, rivelano che nel 2011 si è avuto anche un peggioramento rispetto all'anno precedente, quando le città che risultavano “fuorilegge” erano 47 sulle 86 monitorate.

Nell'analisi dei dati certamente vanno prese in considerazione la scarsa piovosità dell'anno appena terminato e il processo di revisione delle centraline non ancora del tutto compiuto in molte regioni della penisola. Tuttavia, «non possiamo - si legge nel rapporto - dare la colpa solo all’assenza di pioggia o al numero ridotto di centraline. Le cause dell’inquinamento atmosferico sono chiare e conosciute da tempo. Sono i processi industriali e di produzione di energia, e in città prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono e degli altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio. Ed è su questi settori che bisogna intervenire». Considerato che in Italia il trasporto su gomma è responsabile del 26% di emissioni di Co2, sembra piuttosto urgente la necessità di intervenire in questo settore, attraverso l'adozione di politiche di mobilità sostenibile mirate a ridurre il traffico cittadino non solo potenziando il trasporto pubblico locale, ma anche mediante la riduzione del traffico in entrata e, di conseguenza, provvedendo al miglioramento del trasporto ferroviario.

Sono circa 11 milioni, infatti, le persone che ogni giorno si spostano per lavoro o per studio, ma tra queste solo 2,8 milioni utilizzano il treno. «Le pessime condizioni del servizio ferroviario e dei treni sono continuamente peggiorate dai continui tagli delle risorse e dei collegamenti». Se a ciò si aggiungono «le difficoltà di muoversi in città una volta usciti dalla stazione» si capisce come il treno risulti un mezzo di trasporto «poco appetibile». Eppure, secondo la stima di Legambiente, aumentare il numero di treni di mille unità, o in alternativa, portare ad almeno 4 milioni il numero di cittadini che scelgono questo mezzo di trasporto, comporterebbe una riduzione di Co2 compresa tra il 3,3 e il 5,5%.

Per sensibilizzare la popolazione su tali tematiche e per discutere con cittadini e amministrazioni locali proposte sui problemi legati alla mobilità cittadina, Legambiente sarà presente per tutto il weekend in molte città italiane con banchetti informativi, incontri e dibattiti.

(immagine da www.legambiente.it)

Serena Casu


Autore
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