Ingiusta detenzione: Petrilli, da Bonafede affermazioni reali
Cronaca Abruzzo L'Aquila

Ingiusta detenzione: Petrilli, da Bonafede affermazioni reali

venerdì 7 febbraio, 2020

L'AQUILA, 7 FEB - "Ci voleva una polemica per far uscire fuori la verità. In difesa del procuratore generale di Catanzaro, Nicola Gratteri, il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, fa affermazioni uniche ma reali: finalmente, ha chiarito che in tutte le sedi di Corte d'appello le istanze per il risarcimento per ingiusta detenzione rigettate, sono di molto superiori a quelle accolte". 

Così in una nota l’imprenditore Giulio Petrilli, del comitato per il diritto al risarcimento per ingiusta detenzione a tutti gli assolti, su un tema di forte attualità. Petrilli da molti anni in prima linea per cambiare le norme ed essere risarcito dopo essere stato sei anni in carcere per il reato di banda armata ed essere stato assolto: "L'ho sempre sostenuto, avendolo vissuto sulla pelle, sei anni di ingiusta detenzione per il reato di banda armata ma non risarcito per cattive frequentazioni. 

Un comma che stabilisce il giudizio morale, palesemente anticostituzionale, e per questo le istanze per il risarcimento da ingiusta detenzione vengano rigettate - continua Petrilli -. Combatto da sempre, anche insieme ad altri, per l'abolizione di questo comma ma invano. Ora però, per la prima volta un ministro della giustizia riconosce che esiste questo problema, anche se la sua affermazione è per dire che la Corte d'appello di Catanzaro invece è in controtendenza e risarcisce tutti. Unica Corte d'appello che si comporta così in Italia e per questo ha il record dei risarcimenti economici". 

Petrilli auspica "che ora tutti aprano gli occhi su questa tematica anche coloro i quali si occupano di errori giudiziari e tematiche similari. Non si può non vedere che il problema è molto serio e invece si parla sempre di risarcimenti che lo Stato emana, non ricordando che due terzi degli assolti non lo percepiscono per una presunta 'condotta morale non idonea'. Forse neanche nell'inquisizione accadeva questo"


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