In pericolo l'ecosistema del Mediterraneo: rischio estinzione tonno rosso
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COSENZA, 07 DICEMBRE 2011 - Una denuncia forte è stata fatta dell'associazione ambientalista Sea Shepard durante la Global conference di Evian, dedicata a sviluppo sostenibile e tutela dell'ambiente "Per salvare il Mediterraneo bisognerebbe bloccare la pesca per 20 anni. Nessuno dovrebbe pescare niente. Così lo stanno distruggendo"-ha dichiarato Paul Watson, co-fondatore di Greenpeace ed oggi leader di Sea Shepard.[MORE]
"Ci sono 23 Paesi che hanno le loro sponde sul Mediterraneo, quindi è un puzzle molto intricato perché nessuno è pronto ad assumersi i propri impegni sulla tutela dell'ecosistema e delle specie. Ma il mare sta morendo. Bisognerebbe creare un'area tabù, come fanno i popoli indigeni di Tahiti. Lì tutti la rispettano, perché c'è l'Autorità degli sciamani a vigilare". Secondo Watson le cause sarebbero da additare sia alle scarse sinergie tra i diversi paesi rivieraschi, sia ad un interesse preciso a ridurre le specie per questioni economiche. L'economia dell'estinzione farebbe, infatti, salire il costo del pesce a cifre inimmaginabili. Meno pesci ci sono, più il prezzo sale. Dunque, se la popolazione è ridotta al minimo chi vende i tonni è seduto su una miniera d'oro.
Secondo Sea Shepard, manca una vera volontà politica per risolvere il problema. "Come per gli oceani, dove abbiamo tutte le convenzioni necessarie alla tutela, ma nessun incentivo ad applicarle. L'unica soluzione è che le persone si diano da fare, e agiscano in prima persona per tutelare il mare. Alcuni li chiameranno pirati, ma non devono preoccuparsene, perché è l'unica strada per il cambiamento" ha concluso Watson.
Caterina Stabile