Ilva di Taranto: Renzi contestato dai manifestanti

Elisa Lepone
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TARANTO – Il premier Matteo Renzi è stato contestato da alcuni manifestanti  durante la sua visita a Taranto per la firma del contratto istituzionale di sviluppo per la città. “Il decreto Ilva è contro Taranto, contro i cittadini, contro i lavoratori” hanno dichiarato molti dei contestatori. [MORE] 

Scontento anche il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Prefettura nelle ore immediatamente successive alla controfirma del patto, ha dichiarato: “Da quanto mi sembra di capire per Taranto non c’è una lira in più, non so se è chiaro, sono tutti soldi che erano stati già stanziati dall’amministrazione precedente regionale e solo in piccola parte dai governi passati. Qui, oggi, abbiamo fatto solo un riepilogo, una ri-firma. La ri-firma è un istituto giuridico che ho appreso essere nell’ordinamento italiano”

In un post sul social network Facebook, l’associazione di genitori che ha partecipato alla protesta ha spiegato: “Riteniamo assurdo che questo governo continui a sfornare decreti per tenere in vita una fabbrica ormai allo stremo, che crolla a pezzi e macina debiti su debiti, continuando ad inquinare e provocare malattie e morti. Sarà l’occasione giusta per parlare del 10° Decreto Salva-Ilva, della questione sanitaria, e del futuro di Taranto con associazioni ed operai, che ci illustreranno le criticità del decreto e le alternative per salvare l’economia di una città ormai morente”.

Non è mancata la replica del presidente del Consiglio, che ha spiegato che “l’attenzione sull’Ilva deve esser molto chiara. Noi abbiamo a cuore la salute dei cittadini, la politica per anni non ha fatto il suo lavoro e noi stiamo facendo gli straordinari per recuperare, ma ci vuole uno sforzo collettivo. Io mi prendo gli insulti, non ho paura, ma mi sta a cuore che Taranto tenga insieme il sacrosanto diritto alla salute con il sacrosanto diritto al lavoro”.

(foto www.primocanale.it)

Elisa Lepone

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Scritto da Elisa Lepone

Giornalista di InfoOggi

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