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ROMA, 18 DICEMBRE 2012 – Sono passati più di vent’anni da quando, nel 1991 Tim Berners-Lee, ingegnere informatico, nel suo studio presso il Massachuttes Institute of Technology di Boston, una delle più importanti università di ricerca del mondo, inventò il World Wide Web (WWW). Internet che fino ad allora era uno strumento la cui unica funzione era quella di permettere ai computer, attraverso un insieme di reti sparse per tutto il mondo, di comunicare tra di loro, diventò un mezzo di creazione e diffusione dell’informazione in ogni campo del sapere, grazie alla possibilità di inserimento e condivisione dei dati da parte di tutti. [MORE]
L’avvento del Web, in tal senso può essere considerato la seconda rivoluzione culturale dopo la stampa. Nel 1991 Berners-Lee, all’epoca trentaseienne ricercatore del Cern di Ginevra, di sicuro non immaginava che sarebbe diventato colui che avrebbe sconvolto per sempre le abitudini del mondo. Internet esisteva già, ma era uno “spazio vuoto” per il pubblico, dove nessuno poteva comunicare con gli altri; così, il ricercatore di Boston pensò di riempirlo creando pagine elettroniche dove chiunque potesse inserire dati e contenuti usufruibili da tutti, in ogni parte del mondo. Tali pagine dovevano essere codificate, secondo un linguaggio condivisibile dalle macchine (HTML) e rese poi utilizzabili, così l’ingegnere americano creò una sorta di traduttore, il browser, che serviva per leggere a video le pagine web in formato normale.
All’inizio la sua idea era considerata vaga, forse troppo grandiosa o quasi inutile e solo a due anni di distanza dalla pubblicazione su Internet del suo documento “Un breve riassunto del progetto www”, iniziò a prendere piede la necessità di considerare Internet e Web due entità interconnesse, ma differenti. Non erano concetti facilmente comprensibili venti anni fa e, infatti solo circa dieci anni dopo l’invenzione del Web si iniziò a intendere che quest’idea avrebbe cambiato il mondo. Nel 1999 la rivista americana Time lo inserisce nella lista delle “100 persone più importanti del mondo”.
Oggi sono oltre novanta milioni i siti Web e quasi tre miliardi le persone che ogni giorno li consulta, navigando su Internet. L’invenzione di Berners-Lee permette di diffondere le informazioni di qualsiasi genere, di raccogliere notizie, con dizionari, enciclopedie, giornali elettronici, di fare incontrare direttamente o solo virtualmente persona per vari motivi e scopi, si pensi alle comunità di pratica o ai groupware, che riuniscono e fanno interagire persone e gruppi che hanno interessi e motivazioni comuni. Insomma il Web è diventato piano piano lo strumento tecnologico con l’accezione odierna di mezzo di collegamento e accesso ai contenuti forniti dalla rete di computer e calcolatori connessi in Internet.
Rosangela Muscetta