I Quindici - L'enciclopedia dei piccoli Italiani degli anni '70

Simona Barberio
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 8 FEBBRAIO 2015 – “C’era una volta…” Quest’incipit ha accompagnato, e accompagna ancora, la vita di molti di noi. Ogni favola ha spesso tale inizio e già nel suo esordire promette molte cose.” C’era un volta” e ora? In realtà ciò che c’era continua ad essere, se prendiamo in prestito il postulato fondamentale di Lavoisier, in natura nulla si crea e niente si distrugge, tutto si trasforma, perciò ciò che c’era continua a resistere nel tempo, pur cambiando.

Un tempo esisteva una collana per ragazzi chiamata “I Quindici”, una sorta di piccola raccolta di tante e tante cose. Quindici volumi su temi molto vari. Le rime e le poesie, le fiabe, gli animali, mestieri e feste antiche ma ancora il costruire, il fare e poi lo spazio. Vi è pure il corpo umano in mezzo a questi temi e quindi, sul finire, vi è quello di educare. Molti i nomi di autori di rilievo inseriti nei volumi. Calvino, Rodari, I Grimm sono solo alcuni.[MORE]

Rivolta ai più piccoli, fino ai dieci anni, la collana è entrata nelle case degli Italiani negli anni settanta ed ha accompagnato i ragazzi nella loro formazione e conoscenza delle piccole scoperte del mondo.
Un linguaggio semplice, delle belle illustrazioni, le pagine patinate e rifinite hanno aperto le menti alla cultura.
Le fiabe di ogni dove in essi contenute, le ricche poesie, scoperte ed invenzioni, hanno avvicinato i piccini al mondo degli adulti con delicatezza.

I loro contenuti hanno spalancato le porte a nuovi mondi, a tante storie, a mille strade. Chi ancora li ricorda li tiene in fondo al cuore.
Perché questa affezione? In fondo se si mettono a paragone con la scienza ed il sapere di oggi si tratta veramente di poca e piccola cosa. Tuttavia la memoria di questi volumetti resiste al tempo.
Una sana e genuina realizzazione che aiutava il bambino a capire chi era, com’era fatto, cosa poteva imparare e cosa poi, un giorno, poteva realizzare.

Un sogno: l’astronauta. Scoprire la natura, il mondo e poi i pianeti ma anche il corpo umano. Vi è tutto in una mano, già scritto in bianco e nero. Leggendo questi libri il bimbo immaginava, sognava poi imparava. Pian piano un po’ capiva. Impressi nella mente, trovati nel presente, rimetton in evidenza che han molta più importanza.

Apparentemente semplici, in realtà molto ricchi e validi. In fondo, se molti di noi avessero occasione di rivederli e farne una veloce rilettura, troverebbero ancora presente nell’oggi la loro piccola impronta.
Chi nel sapere, chi nella professione, chi nella conoscenza, chi invece in molti luoghi.
È questo il loro valore. L’aver formato un poco, per gioco e per passione, il bimbo fatto uomo.

Simona Barberio

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Scritto da Simona Barberio

Giornalista di InfoOggi

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