“I Cavalli di Monsignor Perrelli” interpretati dall’istrionico Peppe Barra
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Una farsa in musica, raccontata in uno stile scherzoso e adombrato da una sottile malinconia mista ad una velata ironia, è stata al centro della commedia “I cavalli di Monsignor Perrelli” di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, presentata al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme nell’ambito della stagione teatrale organizzata da Ama Calabria. L’istrionico Peppe Barra, strepitoso negli abiti femminili della vociante Menica e affiancato da Patrizio Trampetti, nelle vesti di Monsignor Perrelli, ha incantato la numerosissima platea dal momento in cui seduto davanti al sipario abbassato, ha cantato sommesso sul filo di una musica sognante “Core a core” anticipando i temi e le caratteristiche della pièce proposta.
Ambientato nella Napoli di Ferdinando IV di Borbone, lo spettacolo ha saputo coniugare la tradizione partenopea con la contemporaneità raccontando uno strano personaggio realmente esistito, Monsignor Perrelli , il quale era solito portare allegria alla corte del re Ferdinando e della regina Carolina con le sue storie briose, stravaganti e cariche di immaginazione e creatività. Monsignor Perrelli, colto, anticonformista uomo di Chiesa dell’Ottocento, era entrato nella leggenda per le sue scoperte ed invenzioni catastrofiche come quella dei suoi due cavalli che moriranno di fame perché stava insegnando loro a vivere nutrendosi di sola acqua e morirà anche lui quando, credendosi in stato interessante per la pancia prominente dovuta ad un aeccessiva alimentazione, per abortire si butterà dalle scale esalando l’ultimo respiro. Sarà questa leggenda popolare ad ispirare la divertente commedia “ I cavalli di Monsignor Perrelli” rappresentata su un proscenio di stile ottocentesco adornato con mobili e quadri d’epoca sparsi sulle pareti tappezzate di un rosso porpora.
A prendersi cura amorevolmebnte di Monsignor Perrelli è la fedele perpetua Meneca che gli prepara prelibati pranzi ispirati alla cucina popolare campana e leccornie come i bocconotti di cui spiega al pubblico la preparazione. Peppe Barra, evidenziando una eccellente performance connotata da una perfetta mimica e una variazione di tonalità arricchita da risate a volta appena accennate, a volte alquanto sonore e convincenti, ha coinvolto letteralmente il pubblico che si è abbandonato a rumorose risate. E questo clima ilare e condiviso è durato per tutto lo spettacolo con lo stesso ritmo e continuità senza scendere mai di tono.
La serata è risultata veramente eccezionale e densa di comicità scaturita dai doppi sensi delle battute, dall’ostentato atteggiamento di sapientone di Monsignor Perrelli che ha disseminato il suoi discorsi di frasi latine contrapposte alla saggezza popolare di Meneca offrendo allo spettatore uno spaccato di vita reale ma nel contempo carica di atmosfere d’altri tempi. Il tutto mescolato alla malinconia e all’ironia colte negli spassosi interventi di Meneca che, sfoggiando la sua cultura culinaria, ha interagito con il pubblico in sala tenendo alta l’attenzione e scontato il divertimento.
A rendere lo spettacolo ancora più accattivante è stata la bravura degli attori – cantanti Luigi Bignone ed Enrico Vicinanza , che con indovinati intermezzi canori hanno interpretato le canzoni delle varie epoche napoletane. Tra queste, particolarmente apprezzate, Funtana all’ombra, Mmiez’ o’ grane, Presentimento, La luna nuova. I costumi colorati di Annalisa Giacci, le suggestive musiche di Giorgio Mellone e Patrizio Trampetti e le scene di Carlo De Marino hanno contribuito ad impreziosire tutto il contesto teatrale di sapore ottocentesco.
Foto di scena
Lina Latelli Nucifero