Giustizia che ignora i minori in Italia, Save the Children: parte la campagna Claim your rights
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PISA, 15 NOVEMBRE 2013 - Costi legali troppo alti, scarsa conoscenza del quadro normativo, mancato godimento delle opportunità previste dalla legge, in Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia dove alla povertà economica e sociale si aggiunge il mancato riconoscimento ai minori dell’esercizio dei loro diritti, come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
"I miei genitori si stanno separando e mi hanno chiesto di testimoniare, cosa faccio? Durante una manifestazione mi hanno arrestato assieme ad amici, vorrei chiedere aiuto a un avvocato ma come? Non ho soldi e neanche la mia famiglia… A scuola continuano a discriminarmi per la mia religione, c’è un modo per difendermi? Un mio amico minorenne ha bisogno di chiedere asilo, come posso aiutarlo? Ho subito un abuso e vorrei denunciare l’accaduto ma non ho ancora 18 anni…"
Tanti i quesiti che riguardano il mondo dei ragazzi e la giustizia, che spesso non riescono a trovare risposta immediata lasciando i minori in un limbo nel quale è assai complesso orientarsi, ancor più se appartenenti a quelle fasce della popolazione che vivono gravi condizioni di disagio socio-economico. Una giustizia a misura di minore, questo è l’obiettivo della campagna Claim your rights che Save the Children Italia lancia per rispondere alle misure previste dalle linee guida della Child Friendly Justice del Consiglio d’Europa, e informare e sensibilizzare i ragazzi e le ragazze sui loro diritti nell’ambito di procedimenti giudiziari o amministrativi (rapporti con la polizia, servizi sociali, etc)
In Italia si contano circa 10 mila casi di minori contesi tra genitori separati o divorziati, e solo circa il 10% degli 80 mila bambini coinvolti in separazioni sono in affido condiviso . Sono 70 i minori in regime di detenzione insieme alle madri in carcere e, a dicembre 2012, erano quasi 2200 i minori arrestati e portati nei Centri di Prima Accoglienza penali . Oltre 7mila i minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese, di cui oltre 4mila accolti nelle strutture a loro deputate .
In questo scenario si inscrive il progetto Claim di Save the Children Italia il quale, finanziato dalla Commissione Europea, è attivo da dicembre 2012 e durerà due anni. Uno sportello legale, una piattaforma online con una guida scaricabile rivolta ai minori per (ri)conocere i propri diritti (www.claimyourrights.it) e la puntata pilota di una web serie per promuovere e facilitare l’accesso alla giustizia da parte dei più piccoli.
Per favorire l’attuazione delle misure europee, il progetto ha scelto un approccio multidisciplinare e multilivello che coinvolge professionisti legali (avvocati, procuratori, giudici), accademici, operatori sociali e i minori stessi. Italia, Spagna e Grecia i Paesi nel quale si snoda il progetto, quali territori a maggior rischio di esclusione sociale nel nostro continente complice il crescente stato di povertà delle famiglie e dei minori. Capofila del progetto è Save the Children Italia che coordina le attività da implementare in collaborazione con partner istituzionali e accademici quali l’Università Roma Tre, la European Public Law Organization di Atene in collaborazione con la National and Kapodistrian University of Athens e La Universidad Comillas di Madrid assieme a La Merced Migraciones.
Il coinvolgimento degli atenei ha consentito l’attivazione di corsi universitari sui diritti dei minori e laboratori partecipati aperti ai ragazzi italiani e stranieri che a loro volta produrranno materiale pubblicitario e di sensibilizzazione rivolto ai loro coetanei. Nel nostro Paese è già attivo ad esempio il corso Teoria e Pratica dei diritti dei minori presso l’Università Roma Tre, dove il team legale di Save the Children affianca i docenti universitari in cattedra e gli studenti hanno l’opportunità di mettere in pratica quanto appreso a favore dei minori che si rivolgono agli sportelli legali dell’Organizzazione, offrendo servizi gratuiti ai clienti in bisogno e fornendo assistenza agli avvocati titolari del caso con ricerche, bozze di atti scritti e colloqui con i clienti. L’obiettivo principale di Claim infatti è la creazione di Law Clinic nei paesi europei coinvolti nel progetto
Nel nostro Paese l’impossibilità per un minore di far valere in via autonoma i propri diritti in fase di giudizio e la mancanza di un'assistenza legale specializzata non solo quando si parla di procedimenti che investono il diritto di famiglia, rappresentano spesso un grave fattore di rischio rispetto al mancato godimento di opportunità di vita, all'esclusione sociale e al pericolo devianza. “Il sistema di giustizia in Italia è ancora ben lontano dall’essere a misura di bambino” dichiara Antonella Inverno, Responsabile Policy and Law di Save the Children Italia “Ad esempio, l’accesso alla giustizia da parte dei più piccoli è reso difficile da vari fattori, sia in ambito penale che in quello civile o amministrativo, quali la difficoltà di informare in modo corretto i bambini e le bambine su figure e ruoli del sistema giudiziario italiano, l’impossibilità anche per gli adolescenti di nominare autonomamente un proprio rappresentante per far valere i propri diritti in sede civile, la mancanza di specializzazione da parte dei giudici ordinari che si occupano di minori”.
Inoltre, sottolinea Save the Children, non esiste un sistema statistico di raccolta dati specifici sulle realtà minorili all’interno del sistema giustizia, gli unici dati disponibili sono quelli relativi ai giovani autori di reato, così come non esiste un unico organo giudicante specializzato su esigenze e bisogni dei minori e per tutte le controversie in cui sono coinvolti. Infine anche le misure più innovative, come ad esempio l’istituzione di un elenco di associazioni ed enti legittimati a supportare il minore vittima di reati molto gravi durante il procedimento giudiziario, introdotta nel nostro ordinamento dalla ratifica della convenzione di Lanzarote, tardano ad essere attuate. Ad oggi tale elenco non risulta essere attivo in alcun Tribunale minorile.
“A pagare questi ritardi sono ovviamente soprattutto i minori” conclude Antonella Inverno “più a rischio di esclusione sociale, per i quali l’accesso a una giustizia a misura di bambino si rivela a volte una chimera”.
La questione dell’ascolto del minore poi, ancor più se in condizione di marginalità socio-economica, pone non pochi problemi in Italia, anche a causa di un retroterra culturale “paternalistico” che di fatto, rispetto ad altri Stati europei, ha ritardato l’emancipazione culturale e sociale dei minorenni. Basti pensare che ancora oggi non abbiamo una legge che disciplini in maniera uniforme le modalità dell’ascolto del minore nei procedimenti giudiziari ed amministrativi che lo riguardano, con la conseguenza che molto spesso i minori non vengono ascoltati e, quando invece lo sono, ciò avviene in maniera del tutto differente in relazione ai luoghi dove avviene l’ascolto.
Vari strumenti internazionali hanno codificato tale diritto, a cominciare dalla Convenzione Onu per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza il cui Protocollo n.3, non ancora ratificato dall’Italia, consentirebbe ai minori un meccanismo di reclamo e la difesa dei loro diritti attraverso la presentazione di segnalazioni o di vere e proprie denunce al Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
In questo contorto panorama talvolta l'assistenza legale rappresenta per le categorie a rischio e per le loro famiglie un'opportunità assai remota, anche a causa dei costi che di solito comporta, rinunciando di fatto al diritto inalienabile di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi (art. 24 Costituzione italiana), che a partire da oggi la campagna Claim di Save the Children Italia promuoverà attraverso una fitta rete di attori in tutte le sedi competenti. [MORE]
(Notizia segnalat da Ufficio Stampa - Save the Children)