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ROMA, 8 FEBBRAIO 2016 - «Giulio è stato ucciso per quello in cui credeva. Devo dire grazie a Dio, Jhavè, Padre, Allah o come vogliamo chiamarlo, grazie a Dio per averci dato Giulio». Queste sono le parole di don Luigi Fontanot, parroco di Fiumicello, paesino in provincia di Udine e città natale di Giulio Regeni, il ragazzo 28enne trovato morto in Egitto. Domenica sera centinaia di persone si sono strette attorno alla famiglia del giovane e hanno partecipato alla fiaccolata per le vie del paese. «Questa morte non sia vana, Giulio era cittadino mitteleuropeo, pretendeva e difendeva equità. Vogliamo la verità. Si rimbocchino le maniche, sia fatta chiarezza. Siamo indignati, vogliamo capire» ha aggiunto il primo cittadino Ennio Scridel.
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Il corteo, sotto un’intensa pioggia, è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale, struttura frequentata anche dallo stesso Giulio. Qui si sono alternati vari interventi. Erano presenti anche i rappresentanti della comunità locale musulmana. In serata anche i genitori del ragazzo erano rientrati in paese, scortati fino alla propria abitazione dalle forze dell’ordine, dopo aver raggiunto Ronchi dei Legionari con un aereo proventiente dalla capitale.
(FOTO: quotidiano.net)
Alessio Crapanzano