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ISTANBUL, 7 MARZO 2014 – I procuratori di Istanbul hanno rivisto alcuni atti di accusa sulle proteste estive scatenate nel centro della città turca, dopo che erano cadute per mancanza di prove, ripristinate invece per reato di organizzazione criminale. Ali Cerkezoglu, Mucella Yapici, Beyza Metin, Ender Imrek e Haluk Agabeyoglu, tutti esponenti principali della Piattaforma “Taksim Solidarity”, la quale giocò un ruolo fondamentale durante le proteste di Gezi Park, sono stati accusati di aver messo su un'organizzazione criminale e di aver organizzato sit-in illegali. Il procuratore Mesut Erdinc Bayhan ha chiesto dai tre ai tredici anni per i cinque imputati.
Yapici, noto urbanista della città, ha commentato la notizia con un tweet sarcastico: “Grande notizia!, abbiamo avviato un sistema di co-leadership nella nostra 'organizzazione criminale' basata sull'uguaglianza di genere! Le donne raggiungono il 40%!”.
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I cinque imputati sono stati arrestati l'8 luglio 2013, a seguito di una delle più pesanti operazioni eseguite della polizia. Per l'8 luglio era in programma la riapertura del Gezi Park, rimasto chiuso per questioni di sicurezza per circa tre settimane. La piattaforma “Taksim Solidarity” invitò dunque la gente a radunarsi per l'occasione, e i timori, per il governatore di Istanbul, di un'ondata di incontenibile di manifestanti, fece optare per l'immediata chiusura del parco.
Nel nuovo atto di accusa, Bayhan ha riferito che la presenza di caschi, maschere ed elmetti non poteva rappresentare una prova legata ad atti illeciti, ma ha sottolineato che il possesso di tale materiale confermerebbe la partecipazione alle proteste, dove sono morte ben sette persone.
Foto: hurriyetdailynews.com
Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)