Giappone, fondi per le vittime di Fukushima per pagare la caccia alle balene
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ROMA, 20 DICEMBRE 2011 – Una flotta giapponese partirà per cacciare mille cetacei utilizzando i fondi destinati alle vittime del disastro di Fukushima. A lanciare l’allarme diciotto organizzazioni ambientaliste del posto.[MORE]
Al problema della caccia alle balene ora si aggiunge quindi quello del modo in cui questa caccia viene pagata. Per gli ambientalisti «è scandaloso che il governo attinga dai contribuenti denaro per un programma non necessario, non richiesto ed economicamente poco significativo».
Molti gruppi spontanei, non solo ambientalisti, hanno scritto al primo ministro Yoshihiko Noda per protestare contro la scelta di usare i fondi destinati alla vittime del disastro in questo modo. Anche Avaaz ha lanciato una petizione per «arrestare immediatamente i sussidi all’industria baleniera, dando invece priorità all’assistenza delle famiglie che ancora soffrono le conseguenze del terremoto e del disastro nucleare». L’agenzia ittica giapponese, invece, ritiene legittima la scelta di Tokyo di destinare ai suoi associati questi fondi, in quanto fra le realtà distrutte lo scorso 11 marzo figura anche un porto baleniero, utile alle città costiere coinvolte nello tsunami a ritornare “economicamente prospere”.
La caccia alle balene «è un marchio oscuro per la reputazione internazionale del Giappone e un buco nero per il denaro dei contribuenti», ha denunciato Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Japan: «Gettare miliardi di yen in questo periodo di crisi è assolutamente vergognoso. Il Paese non può permettersi di sprecare risorse per l’operazione antartica quando i suoi cittadini soffrono in patria». E aggiunge: «Stiamo veramente toccando il fondo, sia per la deprecabile industria baleniera che per i politici insensibili che la sostengono».
Marika Di Cristina