Foggia, incendiava rifiuti speciali anziché smaltirli: arrestato imprenditore
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FOGGIA, 31 AGOSTO - In cinque mesi di indagini, dall’ottobre del 2016 al febbraio di quest’anno, sarebbero state almeno 100.000 le tonnellate di rifiuti speciali abbandonati e poi dati alle fiamme nelle campagne dell’alto Tavoliere. Tutto ad opera di un imprenditore di San Severo, titolare di un’azienda di trasporto rifiuti, che - secondo le risultanze dell’operazione "Black Fire" - avrebbe smaltito in modo illecito tonnellate di spazzatura, causando potenziali danni ambientali. [MORE]
L’arrestato è Roberto Marino - 41 anni, di San Severo - con precedenti per reati inerenti a sostanze stupefacenti, reati contro il patrimonio e truffa, lesioni e minacce, oltre che reati ambientali specifici come gestione illecita di rifiuti speciali. Marino, adesso, è destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per combustione illecita di rifiuti speciali ed attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Insieme a lui altre sette persone sono indagate per i medesimi reati.
L’operazione Black Fire ha portato alla luce le minuziose modalità attraverso cui lo smaltimento illecito veniva portato avanti. I rifiuti speciali in balle, dopo essere stati raccolti e trasportati dalla società del Marino presso il sito di stoccaggio, venivano trasportati in alcuni siti agricoli e dati immediatamente alle fiamme. Altrimenti, i rifiuti venivano stoccati per qualche settimana in capannoni nella disponibilità degli indagati, per poi essere completamente incendiati.
Le aree e i siti interessati dagli incendi si trovano nei comuni di Foggia, San Severo, Apricena, Serracapriola, Poggio Imperiale e Carpino. Tra le varie modalità illecite di smaltimento rifiuti, quella tramite incendio è la più aggressiva e pericolosa, in quanto provoca un inquinamento dell’aria immediato e diffuso. Sulla vicenda sono in corso ulteriori accertamenti, anche per verificare eventuali collegamenti con l’incendio di rifiuti speciali avvenuto a maggio di quest’anno, a Foggia, in un capannone abbandonato in via Castelluccio: il capannone in questione, infatti, sarebbe riconducibile allo stesso Marino.
Claudio Canzone
Fonte foto: repubblica.it