Elezioni midterm Usa, il crollo di Obama: il Congresso in mano repubblicani
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Elezioni midterm Usa, il crollo di Obama: il Congresso in mano repubblicani

mercoledì 5 novembre, 2014

WASHINGTON, 5 NOVEMBRE 2014 - Al di là di ogni più nebulosa prospettiva. I democratici di Barack Obama rimediano una sconfitta pesantissima, per numeri e significato politico, dagli avversari repubblicani.

Le elezioni midterm, ovvero di metà mandato, segnano un passaggio decisivo sulla storia della presidente Obama alla Casa Bianca. I repubblicani hanno conquistato non soltanto la Camera, ma anche il Senato. Adesso, per i restanti due anni di presidenza, Obama, o “lame duck” (anatra zoppa, come lo definiscono alcuni giornali statunitensi quest’oggi), non avrà alcun controllo sul Congresso. Tradotto in altri termini significa: addio alle riforme. Al presidente resteranno poteri soltanto sulla politica estera.

Fine di un sogno? Forse. Di certo la tornata elettorale appena conclusasi ha confermato la sfiducia degli americani nei confronti dell’attuale presidente degli Stati Uniti. Che quella appena conclusasi sarebbe stata una tornata elettorale difficile, per Obama ed i democratici, era ben noto. Ma nessuno si aspettava una vittoria così ampia dei repubblicani. Al Senato erano 53 contro 45 i seggi a favore dei democratici.

Per ottenere la necessaria maggioranza il GOP, ovvero il Grand Old Party, come viene solitamente chiamato il partito Repubblicano in America, doveva quindi conquistare 6 seggi. Alla resa dei conti, invece, sono stati ben 7. I repubblicani, infatti, hanno conquistato: West Virginia, South Dakota, Montana, Colorado; North Carolina, Iowa e Arkansas. Dal sud verso ovest, quindi, Obama ha visto modificata la propria mappa governativa. Desta scalpore il risultato In West Virginia, dove un candidato repubblicano non veniva eletto da ben 30 anni. Inoltre, la sconfitta dei democratici potrebbe diventare ancora più netta il prossimo 6 dicembre, quando in Louisiana andrà in scena il ballottaggio.[MORE]

Quali i possibili scenari? Inevitabilmente, il presidente Obama dovrà fare, se non mea culpa, quantomeno un passo indietro. È probabile che nei prossimi giorni convochi alla Casa Bianca una riunione “bipartisan”, dinanzi ai leader di democratici e repubblicani, al fine di programmare i lavori del Congresso. Di fatto, sarà impossibile portare a compimento i disegni di legge che Obama pensava da tempo: riforma fiscale, immigrazione, scuola. Troppo distanti le posizioni tra i due partiti. Per l’anatra zoppa, si profilano tempi difficili.

(Immagine da npr.org)

Giovanni Maria Elia

 


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