Elena Ceste, il marito era già alla ricerca di una sostituta "eccezionale"
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BOLOGNA, 2 FEBBRAIO 2015 - Come tutti (o quasi) si aspettavano, Michele Buoninconti è finito dietro le sbarre. Ipotesi di reato, omicidio premeditato e occultamento di cadavere; custodia cautelare chiesta per pericolo di reiterazione del reato. Questi scarni dati tecnici significano che, secondo i carabinieri coordinati dalla Procura di Asti, il vigile del Fuoco ha ucciso la moglie Elena Ceste nella loro casa di Costigliole, ha scaricato il cadavere in un canale poco lontano, poi ha inventato la storia della scomparsa tentando di depistare le indagini.
Se Buoninconti verrà rinviato a giudizio, ci sarà un processo a cui seguiranno, eventualmente, quello in appello e in cassazione. Solo al termine di questo lungo iter e con una condanna definitiva, l’uomo potrà essere considerato l’assassino della moglie. Prima no, su questo la nostra Costituzione è chiara.[MORE]
Appare lecita invece qualche considerazione sulla morale e sui principi che hanno guidato la condotta di questo religiosissimo padre e marito esemplare, come Buoninconti viene descritto da familiari, conoscenti e amici. E per fare qualche considerazione, basta ascoltare le intercettazioni raccolte dagli investigatori e le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti.
Le prime frasi che potevano destare qualche perplessità sul marito esemplare, Buoninconti le ha pronunciate a poche ore dalla scomparsa di Elena. Era il 24 gennaio 2014 e lui raccontò di aver trovato i vestiti della moglie in cortile: pantaloni, maglia, ciabatte, persino calze e slip. Dunque, Elena doveva essersi allontanata completamente nuda. Ai giornalisti quel marito incredulo disse di aver pensato: “Ma dov’è andata, nuda? Di cosa deve farmi ancora vergognare?”.
Vergogna: ma è questo il problema prioritario di una persona che non trova più la madre dei suoi quattro figli, scomparsa senza niente addosso in una fredda giornata d’inverno? E siamo solo all’inizio. Ad esempio, a chi cercava di scavare nel suo rapporto con la moglie, Buoninconti ha sempre prospettato un quadro idilliaco, aggiungendo poi che sia lui sia la sua famiglia consideravano “inaccettabile” la separazione.
Poi ci sono le ultime. “Con mamma c’ero riuscito a farla diventare donna. Solo, vai a capire cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma!”: ormai ha fatto il giro di tutti i mezzi di comunicazione, questa “perla” pedagogica regalata da Buoninconti ai quattro figli e intercettata dalle “cimici” dei carabinieri. Recuperarla, raddrizzarla: è troppo poco per azzardare che l’uomo fosse una sorta di marito-padrone, che fosse lui a fissare le regole e a gestirle insindacabilmente?
L’esistenza di Elena, hanno accertato gli investigatori, ruotava attorno alla cura del marito, dei figli e della casa. Unico lavoro consentito: allevare qualche gallina e qualche coniglio. Unico hobby consentito: l’uncinetto. Addirittura Michele d’estate bloccava l’assicurazione dell’auto della moglie: non c’erano i bambini da accompagnare a scuola, quindi Elena non doveva andare da nessuna parte. Era lui che aveva la gestione dei soldi, era lui che parlava con il medico quando lei, in ambulatorio, doveva sottoporsi a una visita.
Ma a un certo punto, a 37 anni, quella moglie devota e remissiva ha deciso di ricominciare a respirare: lo dimostra il profilo aperto su Facebook per ritrovare vecchi amici e vecchi amori, lo dimostrano gli sms scambiati con uomini, lo dimostra lo stato di angoscia (senso di colpa?) nei giorni precedenti la scomparsa, testimoniato da alcuni conoscenti. Secondo il gip, la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso portando l’uomo a maturare il delitto, sarebbe stata la scoperta di un tradimento. Ma su questa tesi sarà una giuria a doversi pronunciare.
Infine, un ulteriore contributo sulla morale e sui principi di Buoninconti, arriva da alcuni sms, sempre intercettati, che l’uomo si sarebbe scambiato con una donna conosciuta otto mesi dopo la scomparsa della moglie. “Fra noi c’è feeling”, scrive Michele. Risponde la donna: “Quando il cuore batte forte come il mio, credo di sapere il perché. Ma io gli parlo al mio cuore. Io gli dico di stare più tranquillo perché l’amore nella tua vita potrebbe ritornare”.
Sempre lei, in un altro sms: “Magari in futuro a quest’ora tu starai lavorando mentre io ti aspetterò a casa e preparerò la cena al mio amore e ai miei bambini! Magari ne arriverà un quinto”. Lui ringrazia: “Mi fai commuovere. Ti sto scrivendo con le lacrime agli occhi. Sei una persona eccezionale. Eccezionale dovrà essere la persona che sostituirà Elena”.
Povera Elena. Nessuno può dire, al momento, che Michele Buoninconti sia un assassino. E nessuno può ancora escludere con certezza che sia stata lei a decidere di mettere fine alla sua vita. Questi compiti spettano a una giuria. Ma Elena è mai stata amata davvero da quel marito esemplare che la “recuperava” e la “raddrizzava”? Su questo non c’è giuria che possa rispondere. Su questo il dubbio resterà sempre.
(Foto da tumblr.com)
Paola Bergonzoni