Dichiarazione della deputata Ileana Piazzoni su rogo alla Barbuta
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Riceviamo e pubblichiamo
ROMA, 22 AGOSTO 2013 - Il rogo doloso sviluppatosi a Ciampino nel campo nomadi La Barbuta, lo scorso 17 agosto, ha riacceso le infinite polemiche riguardo il discusso insediamento rom ricadente sul territorio del comune di Roma, con tutte le conseguenze sociali e ambientali che insistono sempre più spesso anche sui territori dei comuni limitrofi. «Si tratta della punta di un iceberg rispetto a questioni inerenti l'integrazione e la legalità nelle nostre zone», ha dichiarato in proposito la deputata Ileana Piazzoni, di Sinistra Ecologia e Libertà.
«Ampliato dall'amministrazione Alemanno, secondo un "Piano nomadi" a dir poco scandaloso per le condizioni di segregazione forzata cui sono stati relegati gli occupanti, costretti a vivere in baraccopoli prive di servizi che aumentano il grado di disagio sanitario e sociale degli insediamenti, il campo La Barbuta oggi rappresenta un problema di legalità ben più esteso del fenomeno locale. L'incendio doloso, propagato su un mucchio di copertoni usati, ricorda da vicino i metodi usati in ambito camorristico per lo smaltimento illegale di rifiuti di varia natura. Per questo -prosegue Piazzoni in una nota -, in uno spirito di miglioramento per le condizioni di vita dei cittadini comunitari di etnia rom e sinti, e con l'obiettivo di difendere l'ambiente, la salute pubblica e la legalità dell'intera comunità, è oggi necessario che lo Stato apra sistematiche indagini sul ciclo illegale dei rifiuti di cui i campi nomadi laziali non rappresentano che un ultimo tassello.
E' opportuno anzitutto abbandonare le politiche segreganti o assistenzialiste che fino ad oggi si sono basate su un approccio emergenziale di corto respiro, in luogo di un percorso centrato sull'inclusione sociale di rom e sinti. Questo a partire da un'azione di risanamento che ridiscuta il "Piano nomadi" di Alemanno, già fortunatamente nelle intenzioni della Giunta Marino. Parallelamente -conclude la parlamentare di Sel -, vanno però accertate ed estirpate tutte le dinamiche malavitose che si inseriscono anche, e non solo, nel tessuto sociale di fasce che vivono in condizioni di segregazione, come quelle delle comunità nomadi».[MORE]
Redazione