Coronavirus: Viaggio Odissea verso Sicilia, arriviamo ammalati. 'Situazione surreale"
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REGGIO CALABRIA , 24 MAR - "E' una situazione surreale. Io e mio marito siamo sbarcati dalla nave da crociera Costa Pacifica, dove abbiamo lavorato per sei mesi, e stiamo cercando di raggiungere la nostra casa in Sicilia.
La polizia ferroviaria ci ha permesso di partire da Roma con la nostra autocertificazione, ma in Calabria siamo stati bloccati perché la Sicilia è chiusa". E' il racconto disperato di Gianna che, con il marito, un collega della Costa Crociere, e altre dieci persone, è ferma dalle 14 in una saletta della stazione di Villa San Giovanni.
"Da ore siamo al freddo, ammassati in uno spazio ristretto, senza alcun rispetto delle distanze di sicurezza o dispositivo per proteggerci. Hanno chiuso anche i bagni fino a domani mattina. Siamo partiti sani e rischiamo di arrivare ammalati.
Noi vogliamo soltanto raggiungere la nostra unica casa, non abbiamo altri posti dove andare", dice all'ANSA Gianna. Le tredici persone sono state denunciate per non avere rispettato il decreto che impedisce gli spostamenti sul territorio nazionale.
In aggiornamento
Il Sindaco Falcomatá della sua pagina di Facebook
RIENTRANO IN SICILIA LE PRIME 150 PERSONE
Sto scortando personalmente con l'ausilio della Polizia Municipale, della Polizia Metropolitana, della Guardia Costiera e della Questura di Reggio Calabria le prime 150 persone, tutte residenti in Sicilia, che rientreranno a casa dal porto di Reggio per motivi di sicurezza.
Finalmente questa assurda situazione si è sbloccata grazie all'intervento dei Ministri La Morgese, De Micheli, Boccia e del Presidente dell'Anci Decaro.
Trovo sinceramente vergognoso che ancora rimangano 80 persone in Calabria perchè chi di dovere non è capace di assumersi la responsabilità di decidere.
La politica è una cosa seria, non è uno show. Chi ancora non riesce a comprenderlo, sta mettendo a serio rischio la salute e la sicurezza di un popolo, quello reggino, che con enormi sacrifici e tanta responsabilità, sta rispettando le regole fin dall'inizio di questa complicata emergenza.
Le persone non si respingono come pacchi. Finalmente sblocchiamo una situazione che ha messo in discussione la dignità di ogni essere umano. Non è possibile che più di 200 persone, tra le quali tanti bambini, siano lasciate per quasi 36 ore su una banchina portuale, senza possibilità di andare in bagno, senza viveri, ostaggio di istituzioni incapaci di far rispettare le loro ordinanze e i loro decreti.