Coronavirus. Ecco come reagiscono gli adolescenti e i giovani (#IoRestoaCasa)
La strada della vita Lombardia Milano

Coronavirus. Ecco come reagiscono gli adolescenti e i giovani (#IoRestoaCasa)

mercoledì 11 marzo, 2020

Coronavirus. Come reagiscono gli adolescenti e i giovani? Le reazioni degli adolescenti agli eventi in corso, sono tante e varie,

“Uffa anche oggi sono qui a casa ad annoiarmi. Le scuole sono chiuse a causa del coronavirus e la vita di tutti è di colpo cambiata. Scuole chiuse, teatri chiusi, cinema chiusi e come se non bastasse anche la mia palestra è chiusa.
Passo il tempo litigando con mia madre perché gioco a palla dentro casa. Non esco più con i miei amici, perché bisogna evitare di andare in giro, per contenere la diffusione del virus. Sì.. insomma sto sperando che la scuola ricominci per poter rivedere i miei compagni ed andare in giro insieme per il quartiere. Bisogna essere coraggiosi e responsabili soprattutto evitando di uscire inutilmente.” Lo sfogo spontaneo di un tredicenne.

Alcuni si esprimono con il linguaggio che conosciamo bene;

“Che pa..e non poter uscire!” Ele 15anni

“Mi sono rotto il ca..o a starmene a casa con i mostri (i familiari).” Lorj 16anni.

“Questa situazione ha anche il suo lato positivo: la chiusura delle scuole, rilassarsi a letto chiacchierando tranquillamente al telefono con le amiche. Fare i compiti in gruppo su WhatsApp. Tutto questo per me è troppo figo!” Lila 15 anni

Ma la maggior parte dei nostri ragazzi capiscono bene la situazione, hanno paura, sono consapevoli del pericolo di contagio e delle conseguenze che questo può avere su di loro e sui loro familiari e seguono ogni raccomandazione per proteggerli.  E cercano di vivere questo periodo con i loro cari per ritrovarsi. Impegnandosi nello studio e in cose costruttive.

Leggiamo le risposte di Riccardo Camarda 17anni. Uno dei ragazzi che ho intervistato:

1)  domanda:

Quale sono le tue emozioni nel vivere questa situazione?

RISPOSTA: Ciao Antonia. Sicuramente provo un po’ di timore per una situazione sconosciuta, come è normale che sia. Mi sento impotente e inerme di fronte ad un nemico che è più grande di me: vorrei fare qualcosa di concreto per migliorare le circostanze. Quello che posso e che possiamo fare, nel nostro piccolo, è rispettare tutte le misure richieste stando a casa il più possibile. Quello che l’individuo perde adesso in autonomia sicuramente riceverà la collettività in termini di forza: questa cosa ci deve insegnare molto e ci deve spingere a pensare di più nell’ottica del “Noi” rispetto a quella dell”Io”. Dobbiamo ricordarci che il nostro piccolo sacrificio è indirizzato a rendere sacra l’esistenza degli altri oltre che la nostra: siamo tutti responsabili degli altri che, a loro volta, lo sono per noi. La fiducia è l’unica cosa che può aiutarci in questo momento. La fiducia nei confronti del nostro prossimo, delle istituzioni e di tutte le persone che stanno facendo il massimo per gestire questa emergenza, soprattutto i medici,il personale sanitario e chi si occupa della ricerca scientifica.

2):

Come passerai queste giornate di isolamento forzato?:

RISPOSTA: Seguirò le regolari lezioni scolastiche con la didattica a distanza e ne approfitterò per stare con la mia famiglia. Durante l’anno si è sempre di corsa ed è difficile trovare dei momenti da condividere insieme: dobbiamo trasformare il problema in una soluzione. Leggerò dei libri e guarderò dei film: insomma, dedicherò del tempo anche a me stesso, una cosa che come adolescenti spesso ci dimentichiamo di fare.

3):

In questo contesto, cosa ti manca della tua normale quotidianità: la scuola i tuoi amici o lo sport?(spiega il perché)

RISPOSTA: Sicuramente le relazioni con gli amici ed i compagni di scuola, quel rapporto personale fondamentale per rendere qualsiasi attività coinvolgente e stimolante.

 A livello formativo, tuttavia, la didattica a distanza è assolutamente una grande opportunità che la scuola non avrebbe potuto sperimentare altrimenti. Io personalmente mi trovo bene e non sto perdendo le regolari spiegazioni. Anzi, per certi versi, si lavora meglio che in classe: vi è la possibilità di interagire con l’insegnante in modo ordinato e non confusionario, facendo aumentare l’efficacia dell’apprendimento per tutti.

Questo può essere un importante esempio di come sia necessario trasformare il problema in opportunità.

4):

Secondo te il governo ha fatto bene a prendere questi provvedimenti...e perche?:

Risposta: Certamente, non credo vi fossero altre soluzioni. Di fronte ad un’emergenza di tale portata, è necessario fare il massimo per contenere il virus e limitare i contagi.

Sono consapevole della perdita economica che molte realtà purtroppo stanno subendo e mi dispiace profondamente per quello che si sta verificando, ma credo che la sfera economica non possa superare il valore della vita.

Regala una perla (un consiglio) ai tuoi coetanei:

In molti casi noi giovani siamo riusciti a dimostrare la nostra determinazione nell’agire per il bene del pianeta: non smentiamoci per quanto riguarda il bene delle persone.

Ben detto Riccardo! Grazie per il tuo contributo,

Interessante la lettera scritta dal preside del Liceo Scientifico Statale Alessandro Volta di Milano. La rileggo con voi!

La chiusura delle scuole per così tanti giorni è un evento di portata straordinaria, qualcosa che noi e i nostri ragazzi ricorderemo per tutta la vita. Una sospensione del tempo, quello a cui eravamo abituati fino a poche settimane fa, a cui forse dobbiamo dare delle risposte diverse dal solito. Mi permetto alcuni piccoli consigli per questi nostri giorni difficili.

Il primo problema è quello famiglie, perché l'organizzazione della vita quotidiana, specie quella di chi lavora e ha figli piccoli, sta subendo una rivoluzione. Non tutti possono accedere a forme di smart working, non tutti i lavori lo consentono. Se gli annunci di misure urgenti a favore delle famiglie coinvolte si tradurranno in provvedimenti rapidi ed efficaci sarà una buona cosa, se l'emergenza si tradurrà nell'attivazione di rapporti solidali sarà un'ottima cosa. L'aiuto reciproco può essere una bella risposta, per sentirsi meno soli. Leggere insieme, guardare insieme cartoni, film, serie, documentari alla tv, giocare insieme. Forse questa emergenza ci potrebbe far ricordare che i bambini, i ragazzi, non sono un peso, ma il nostro patrimonio più prezioso.

Il secondo problema è quello dello svolgimento dei programmi. So di dire qualcosa di impopolare fra gli addetti ai lavori, ma francamente non mi sembra il problema principale. Certo, l'organizzazione scolastica ne uscirà un po' ammaccata, ma grazie alle varie piattaforme di e-learning si possono fare diverse cose. Nel nostro Liceo stiamo dando indicazioni che prevedono di non affrontare, per il momento, argomenti nuovi, ma di usare gli strumenti disponibili e conosciuti per esercitazioni, approfondimenti e recuperi. Quello che l'e-learning può davvero fare è aiutarci a tenere aperto un canale di comunicazione tra scuola e ragazzi, aiutarci a non far perdere loro il ritmo, a non perdere contatto con loro. La didattica vera non può prescindere dal rapporto diretto, dalla presenza fisica, dall'incrociarsi degli sguardi.

Il terzo problema è quello della socialità dei ragazzi. Che è il più delicato. Nel nostro tempo, specie in città, sono state spazzati via gran parte degli ambiti di socialità giovanile tradizionali, il cortile per i bambini, il quartiere per gli adolescenti. Ragiono pensando prevalentemente ai più grandi con i quali ho contatti quotidiani, per i piccoli mi rendo conto che il problema diventa via via più complesso con l'abbassarsi dell'età: i nostri ragazzi vivono online buona parte della propria vita di relazione e l'unico ambito di socialità reale, fisica, per molti di loro è rimasta la scuola. Occorre fare qualcosa per aiutarli in questo inedito tempo senza scuola: per questo ho suggerito ai ragazzi di leggere e di fare passeggiate.

Questo tempo apparentemente vuoto può tradursi in un'occasione per ripensare sé stessi, per ripensare lo spazio che abitiamo, per riflettere, per progettare. Le scuole possono utilizzare le piattaforme di e-learning anche in questa direzione, fornendo loro spunti di riflessione, piste originali da seguire. Spero che l'evento drammatico che stiamo vivendo sia irripetibile: affrontiamolo con intelligenza, se ci limiteremo a caricarli di compiti online avremo perso un'occasione. Non è detto che questa strana vigilia di primavera debba rappresentare un tempo perduto, se ne sapremo capaci potrà diventare uno straordinario tempo ritrovato.

*preside del Liceo Scientifico Statale Alessandro Volta di Milano

Antonia Caprella


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
La strada della vita.