Coronavirus Covid-19. Quando l’aspetto economico preoccupa quanto e più del contagio (VIDEO)
Cronaca Calabria Reggio Calabria

Coronavirus Covid-19. Quando l’aspetto economico preoccupa quanto e più del contagio (VIDEO)

giovedì 29 ottobre, 2020

BOVALINO (RC), 29 OTT - Rispetto a marzo scorso, momento caratterizzato dalla prima ondata pandemica da Coronavirus, siamo sicuramente messi meglio in quanto a senso di responsabilità, una responsabilità divenuta maggiore proprio grazie a quel  “nemico invisibile” chiamato Covid-19 che in questi mesi si è preso una breve pausa estiva nella sua infinita corsa di morte ed ha permesso a tutti gli organismi mondiali della sanità di portare avanti il prezioso lavoro di ricerca del vaccino e delle terapie più adeguate a contrastarne il suo veloce diffondersi. A ciò si è affiancata anche un’intensa attività di riorganizzazione dell’intero comparto sanitario italiano fortemente compromesso da anni caratterizzati da continui tagli sia sul personale (medici ed infermieri), sui posti letto  (reparto e terapie intensive) e sulle attrezzature specialistiche di diagnosi e prevenzione. Sapevamo tutti che ci sarebbe stata una seconda ondata e che essa avrebbe causato enormi problemi non soltanto al settore sanitario,  ma soprattutto all’economia del paese messa in ginocchio da una politica disattenta ai reali problemi della persone e, per questo, in questi giorni stiamo assistendo a manifestazioni di piazza che preoccupano non poco la sicurezza pubblica.

A lanciare questo secondo grido di dolore non sono stati solo gli scienziati, i virologi  e gli autorevoli rappresentanti dei camici bianchi, ma anche chi si occupa quotidianamente di economica e finanza e studia i risvolti, purtroppo negativi, che questa drammatica pandemia sta causando sul tessuto sociale, soprattutto in quello delle fasce più deboli. In questi giorni il termine più usato (a volte anche abusato) è senz’altro “ristoro”, un vocabolo più volte proferito dall’autorevole voce del Premier, Giuseppe Conte, che ha rassicurato un concreto e più generoso aiuto a tutti i lavoratori delle categorie colpite -in termini di restrizioni- dall’ultimo DPCM del 24 ottobre.

Per quanto riguarda questo “ristoro”, la voce è unanime: “Se ci sarà dovrà essere immediato e cospicuo,  altrimenti il tracollo economico-finanziario di moltissime aziende sarà irrimediabilmente certo ed il suo peso si farà certamente sentire nel complesso generale dell’economia nazionale”  Infatti, stavolta, la situazione è ben più grave rispetto ai primi mesi dell’anno perché se prima, con sforzi immani, ci si è riusciti a rialzare ora, con questo nuovo mini-lockdown, rialzare la testa e ancor più serranda, è certamente più complicato e difficile se non addirittura un’impresa titanica. Napoli, Roma, Milano, Torino e cosi via, hanno lanciato dei segnali importanti ed allarmanti allo stesso tempo, e rappresentano un  inequivocabile campanello d’allarme sul  flebile stato di salute della popolazione, frutto di una frustrazione generalizzata che ha colpito un po’ tutti.

La situazione in Calabria, com’è emerso da una nostra breve indagine svolta sul territorio, ha dimostrato che la paura c’è ed è tanta ma non è alimentata solo dalla possibilità del contagio, ma soprattutto dalla consapevolezza che non saremmo in grado di affrontare in maniera pronta ed adeguata la difficile emergenza sanitaria che si verrebbe a creare con l’incremento a dismisura dei contagi. La realtà, a detta un po’ di tutti, è che la politica in oltre un trentennio, ha utilizzato la regione Calabria ed il pianeta Sanità in particolare, come un vero e proprio bancomat, non riuscendo mai a porre un freno adeguato allo sperpero del denaro pubblico ed i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti.

(Pasquale Rosaci)


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