Considerazioni astronomiche sulla stella di Betlemme
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Considerazioni astronomiche sulla stella di Betlemme

venerdì 6 gennaio, 2012

CATANZARO , 6 GENNAIO 2012 - Perchè è errato chiamarla stella cometa? Come hanno fatto i Magi a capire che stava per accadere un evento straordinario? Esiste una spiegazione fisica a tale evento? In questo breve articolo tenteremo di dare una possibile spiegazione a queste domande e sveleremo alcune curiosità sulla Stella di Betlemme.[MORE]

Nella tradizione popolare la Stella di Betlemme viene contraddittoriamente indicata come stella cometa. Questa espressione indica corpi celesti completamente diversi fra loro: una stella è di grandi dimensioni (il Sole ha un raggio di circa 700 000 chilometri), si trova a enormi distanze dal sistema solare e la sua posizione, rispetto le altre stelle, può essere approssimativamente considerata fissa mentre una cometa è di piccole dimensioni (quella di Halley ha raggio di 5-6 chilometri), si trova all'interno del sistema solare ed ha una posizione variabile rispetto le stelle.


La comune rappresentazione a forma di cometa e la dicitura "stella cometa" risalgono al fatto che Giotto, impressionato dal passaggio della Cometa di Halley nel 1301, la disegnò appunto come una cometa dalla lunga coda nella Cappella degli Scrovegni a Padova. A partire dal XV secolo il particolare ha avuto una straordinaria fortuna artistica, in particolare nelle rappresentazioni della natività e del presepe.
La coda risponde al desiderio di rappresentare un oggetto celeste che indichi una direzione, in accordo con la lettura popolare del testo evangelico.


Infatti l'unica fonte storica in cui si parla sia della Stella di Betlemme che dell' avvento dei Magi è il Vangelo di Matteo (Matteo 2, 1-10):

 

[1] Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:

[2] "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".

[3] All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.

[4] Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.

[5] Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

[6] E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.

[7] Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella

[8] e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".

[9] Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.

[10] Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
 

Seppur il Vangelo di Luca è quello che più si sofferma sulla Natività, non menziona affatto né l'avvento dei saggi uomini con i doni per il Bambin Gesù né che essi furono guidati da una particolare stella. Così anche gli altri due Vangeli canonici (di Marco e di Giovanni) non ne fanno alcun riferimento.
 

La natura astronomica del fenomeno della stella è dubbia e non esistono dati precisi se non la menzione nel Vangelo di Matteo. Esistono solo delle congetture che tentano di spiegare come i Magi, grandi studiosi di astrologia, possano aver capito che una prodigiosa nascita fosse in arrivo.
 

Nel corso della storia sono state avanzate numerose interpretazioni, a volte alquanto bizzarre, ma le interpretazioni più attendibili si possono ricondurre in realtà a pochi eventi celesti:

Il pianeta Venere In certi periodi Venere presenta la particolarità di essere particolarmente brillante, al punto da penetrare con la sua luce le brume dell’orizzonte creando spettacoli a volte spettrali. Tuttavia è praticamente improbabile che i Magi, osservatori abituali dei suoi moti nel cielo e delle sue variazioni di luminosità, avessero intrapreso un così lungo viaggio solo per Venere.

L’ipotesi cometaria Tale ipotesi nasce dalla soprattutto dalla, già citata, rappresentazione della cometa di Halley di Giotto. Alcuni arrivarono ad ipotizzare che la stella che guidò i Magi potesse essere proprio tale cometa (che si ripresenta nelle vicinanze della Terra ogni 76 anni circa), ma questa ipotesi fu abbandonata quando in base ai calcoli si scoprì che la cometa era passata al perielio (il punto più vicino al Sole) esattamente il 10 ottobre del 12 a.C., data ritenuta troppo anticipata per la nascita di Gesù. Inoltre, una cometa così luminosa sarebbe stata certamente vista da tutti, anche da Erode, che non si sarebbe trovato nell’imbarazzo di doverne chiedere notizia ai Magi in privato. 


Tra le migliaia di comete a periodo noto, non se ne conosce alcuna che sia passata vicino alla Terra nel periodo supposto per la nascita di Gesù. Si può quindi escludere l’ipotesi cometaria a meno che non si fosse trattato di una cometa a lunghissimo periodo, passata per una volta vicino alla Terra e mai più ritornata (a questa classe appartiene, ad esempio, la cometa Hale-Bopp, passata nelle vicinanze del nostro pianeta nel marzo-aprile del 1997).


Nova o Supernova Sono eventi astronomici che portano ad un aumento improvviso della luminosità di una stella. Il primo fenomeno è periodico, il secondo contraddistingue la fine della vita di una stella. Tale ipotesi fu presa in considerazione dall'astronomo polacco Johannes Keplero. A sfavore di tale ipotesi giocano però alcuni fattori. Innanzi tutto, tale fenomeno è in realtà estremamente raro da osservarsi ad occhio nudo, dal momento che per essere visibile deve avvenire nella nostra galassia.


Si stima che la frequenza media di un tale avvenimento all’interno della nostra galassia, sia di un evento ogni 400 anni. Un altro fattore che tende ad escludere l’ipotesi della stella Nova è che il periodo di massima luminosità va da pochi giorni a tre settimane circa, mentre il fenomeno osservato dai Magi durò molti mesi (secondo una stima del tragitto dei Magi effettuato dall’astronomo inglese D. Hughes dell’Università di Sheffield, nel loro viaggio da Babilonia a Betlemme essi avrebbero percorso una distanza di circa 800 chilometri).


La congiunzione apparente planetaria
 È forse l’ipotesi che allo stato attuale gode di più credito tra gli studiosi di questo affascinante avvenimento. Anch’essa fu avanzata da Keplero, nel 1603. In quell’anno egli fu testimone di una stupenda congiunzione apparente tra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. Ciò fece maturare in lui la convinzione che un tale fenomeno potesse avere avuto un profondo significato simbolico per i Magi. Partendo da questa base Keplero calcolò a ritroso la posizione dei due pianeti e si accorse che nell’anno 7 a.C. Giove e Saturno erano entrati in congiunzione apparente fino ad un grado di separazione angolare, misura corrispondente a due volte la grandezza della Luna piena. Ma, cosa più eclatante, ciò era avvenuto per ben tre volte di seguito in un anno e sempre nella stessa costellazione, quella dei Pesci, rispettivamente il 29 maggio, il 29 settembre e il 4 dicembre. Le congiunzioni triple tra Giove e Saturno si ripetono ogni 120 anni, ma ci vogliono circa 800 anni perché questo avvenga nella costellazione dei Pesci.


Questo fenomeno, dal punto di vista astrologico, è pregno di significati simbolici: secondo lo scrittore rabbinico medioevale Isaac Abrabanel (o Abarbanel), la costellazione dei Pesci godeva di un significato assolutamente particolare per gli Ebrei. Per gli astrologi medioevali quella dei Pesci era considerata la “casa degli Ebrei”; Giove era considerato il pianeta dei re; Saturno era il pianeta protettore della Palestina. Questa interpretazione troverebbe conferma anche in Tacito, il quale identificava Saturno con la divinità che in Israele veniva adorata il giorno di sabato, Jahvèh o Geova. Che Giove incontrasse Saturno sotto il segno dei Pesci per ben tre volte era un chiaro segno che un Re potente era comparso in Palestina. Inoltre questo fenomeno, protrattosi per un periodo di tempo così lungo, può benissimo aver accompagnato i Magi durante il loro viaggio verso la Giudea.

Il fenomeno astronomico osservato dai Magi doveva quindi essere importante dal punto di vista astronomico ma non certo eclatante se visto da una persona normale. Da perfetti studiosi e conoscitori dei fenomeni celesti quali erano allo scopo di trarne previsioni, essi avevano visto in questo segno astronomico più un significato simbolico che un significato reale, mentre a livello popolare esso poteva passare inosservato.


La stella di Betlemme potrebbe quindi essere un oggetto celeste, una particolare configurazione planetaria particolare o un fenomeno non scientificamente spiegabile. L'unica certezza è che i Magi percorsero molta strada spinti da una pura e semplice curiosità, con nel cuore il desiderio di vedere qualcosa di straordinario. In tal modo, essi divennero i primi adoratori del
Signore Gesù Cristo e i primi precursori al Vangelo.

Fonti:
- Ettore Bianchi, Mario Codebò, Giuseppe Veneziano, Ipotesi astronomica sulla “Stella di Betlemme” e sulle aspettative escatologiche coeve nel mondo mediterraneo, Relazione presentata al V Convegno della Società Italiana di ArcheoastronomiaOsservatorio Astronomico di Brera ─ Milano, 23, 24 settembre 2005

- Wikipedia

www.tuttolevangelo.com

                            Il cielo di Gerusalemme il 12 novembre del 7 a.C

File:Sky Jerusalem South-7BC-11-12.gif


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