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MILANO, 16 MAGGIO 2012- Diffusi dall'Istat i dati riguardanti l'andamento della Bilancia Commerciale italiana, che evidenziano, nel mese di marzo, un aumento delle esportazioni dell’1,7%, rispetto al mese precedente. L'incremento è da imputare, principalmente, alle vendite verso i mercati extra Ue (+4,1%). Allo stesso tempo, si è registrata una flessione delle importazioni dell’1,9%, derivante dalle riduzioni degli acquisti dai mercati sia Ue (-2,2%) sia extra Ue (-1,6%).
Inoltre, come si legge nella nota dell'Istat, la crescita congiunturale dell’export è più sostenuta per i prodotti energetici (+15,0%) e per i beni strumentali (+1,8%). Sul fronte dell’import si è assistito ad una diminuzione per tutti i raggruppamenti, più sostenuta per i beni di consumo durevoli (-4,5%) e per i beni strumentali (-4,4%). In particolare, nel primo trimestre 2012, le esportazioni registrano una crescita congiunturale dello 0,8%, dovuta dal forte incremento dei prodotti energetici (+33,5%). Per le importazioni, si è registrato un calo dell’1,6%, più accentuata per i mercati Ue (-3,7%) e per i beni di consumo non durevoli (-5,5%). [MORE]
La crescita tendenziale delle esportazioni, a marzo, corrispondente al 4,9%, è stata generata dai mercati extra Ue (+12,4%). La diminuzione del 10,9% delle importazioni, invece, è dovuta alla riduzione degli acquisti sia dai Paesi Ue (-11,4%) sia da quelli extra Ue (-10,3%). In termini di volumi, secondo l'Istat, quelli esportati sono aumentati dello 0,6% rispetto a marzo 2011, mentre quelli importati sono diminuiti del 15,3%.
Altro dato interessante evidenziato dalle rilevazioni dell'Istat, riguarda il saldo commerciale che, nel mese di marzo, è risultato in attivo e pari a 2,1 miliardi di euro (valore più elevato da luglio 2007), conseguente da attivi di 1,6 miliardi per i paesi Ue e di 0,5 miliardi per quelli extra Ue. Al netto dei prodotti energetici, il saldo è di +7,6 miliardi di euro. Nel primo trimestre 2012 il deficit è pari a -3,4 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto ai -13 miliardi dell’anno precedente. In tale periodo, il saldo non energetico è pari a +14,0 miliardi, in aumento di quasi 12 miliardi rispetto all’anno precedente.
Entrando nello specifico dei prodotti, nel mese di marzo, l’aumento tendenziale delle esportazioni ha riguardato principalmente: prodotti petroliferi raffinati (+22,3%), metalli di base e prodotti in metallo (+12,0%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+11,2%), articoli in pelle escluso abbigliamento (+9,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,8%).
In flessione le vendite all’estero di apparecchi elettrici (-4,5%), di computer e apparecchi elettronici (-3,3%), di prodotti tessili (-1,8%), di articoli in gomma e materie plastiche (-1,1%) e di carta e prodotti in carta (-0,8%). Dal lato delle importazioni si evidenziano forti incrementi per gli acquisti di prodotti petroliferi raffinati (+40,2%), di gas naturale (+10,1%), di prodotti dell’estrazione di minerali (escluso petrolio e gas) (+3,2%) e di petrolio greggio (+2,2%). In evidente calo l’import di computer, apparecchi elettronici e ottici (-37,4%), di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) (-28,9%), di autoveicoli (-28,4%), di prodotti tessili (-20,8%), di carta e prodotti in carta (-18,4%) e di sostanze e prodotti chimici (-2,1%).
Nel corso del mese di marzo i più ampi saldi positivi si registrano per i macchinari e apparecchi, i metalli e prodotti in metallo, i mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi), gli articoli in pelle (abbigliamento escluso) e i prodotti petroliferi raffinati. I saldi negativi più consistenti riguardano i minerali energetici (petrolio greggio e gas naturale).
Sotto il profilo geografico, forti aumenti dell’export si registrano verso i paesi OPEC (+32,0%), Mercosur (29,6), Stati Uniti (+23,5%), Paesi EDA (+14,4%) e Giappone (+12,4 %). Si registrano evidenti flessioni nelle vendite verso Cina (-12,3%) e Spagna (-10,3%). Le importazioni sono in crescita soprattutto dalla Russia (+13,6%), dagli Stati Uniti (+7,0%) e dai paesi OPEC (+5,5%). Sono in netto calo gli acquisti dalla Cina (-33,3%), dal Giappone (-31,5%), dall’India (-30,4%), dai paesi EDA (-28,9%), dalla Germania (-17,1%).
(Fonte: Istat)
Rosy Merola