Catanzaro, il Bene In Comune: "Piano strutturale comunale, uno strumento per lo sviluppo"
Cronaca Calabria

Catanzaro, il Bene In Comune: "Piano strutturale comunale, uno strumento per lo sviluppo"

sabato 7 giugno, 2014

CATANZARO, 7 GIUGNO 2014 - I dati Istat che consegnano alla Calabria il tasso di disoccupazione più alto d'Italia - il 22,2% nel 2013 contro una media nazionale del 12,2, e con ulteriore negativa amplificazione se riferiti all'universo giovanile - rendono nero su bianco la percezione soggettiva di una disgregazione socio economica diffusa in tutta la regione e nella città di Catanzaro in particolare, dove nuova precarietà si aggiunge a usuale disagio. Facendo solo riferimento a quanto reso noto dall’Ance e dal suo presidente Caruso, nelle province di Catanzaro Vibo e Crotone, dal 2011 si sono perse 600 imprese edili, che fanno 4000 lavoratori e un numero imprecisato di indotto composto da professionisti tecnici.

L'attenzione delle forze politiche cittadine, con stringente inevitabile riferimento a quelle di governo, non appare commisurata alla gravità del momento. Anzi, l'ultima riunione di maggioranza, presieduta dal sindaco Abramo, al netto della abituale solidarietà di facciata e delle generiche propensioni a operosa concordia, è indicativa dell'incertezza di rapporti, delle tensioni accumulate, delle attese insite all'approssimarsi della competizione regionale.
[MORE]Conferma viene anche dal rinvio della discussione interna sulle linee programmatiche del Piano strutturale comunale, il quale rinvio, anche accettando come buone le motivazioni per assenze importanti, tarda evidentemente a imporsi come strumento indispensabile e non procrastinabile di una azione di governo ampia, perspicace, programmatoria.

Eppure, proprio il Psc potrebbe essere momento di sintesi più che di contrasto, di aggregazioni positive rispetto a contrapposizioni artificiose, proprio in virtù del suo carattere di interesse generale e di lunga gittata.
A condizione, però, di riconoscergli dignità di documento cogente e non accessorio, come potrebbe ricavarsi da alcune dichiarazioni e talune note contenute nella stessa relazione consegnata alla Commissione, nelle quali, per rigettare le accuse di ritardo nella stesura del Piano, si fa espresso riferimento alla rispondenza dell'attuale Prg alle normative intercorse, nell'ordine la legge urbanistica regionale, il Quadro territoriale regionale paesaggistico e il Piano territoriale comprensoriale provinciale. E' però evidente che il Piano vigente del 2002, erede diretto del Marconi, fa riferimento a previsioni rivelatesi eccessivamente ottimistiche se non fallaci, di una popolazione a crescita costante che oggi avrebbe dovuto attestarsi intorno ai 130mila abitanti, mentre si aggira realisticamente al di sotto dei 90mila.

Ma anche al di fuori della discussione sul Psc, la giusta enfasi riservata alle sorti del centro storico, se non correlata a una parallela attenzione alle periferie e ai nuovi poli di attrazione costituiti da fascia costiera e valle del Corace, rischia di rimanere sterile riproposta di velleità fuori tempo massimo. Insomma, non si possono chiudere gli occhi di fronte alla necessità di collegare anche dal punto di vista urbanistico il centro con l'asse Germaneto-Lido, oltre alla doverosa attesa per gli effetti aggreganti della Metropolitana di superficie, i cui lavori sono stati finalmente aggiudicati. Lo sviluppo ha da essere complessivo, armonioso, policentrico. Altrimenti non sarà.

In modo più convinto di quanto finora esperito, è evidente che un tale programma ha bisogno di un ampio concorso di risorse, volontà e soggetti che devono fare riferimento a una figura istituzionalmente ben definita e immediatamente responsabile. L'attuale assetto, che vede il sindaco Abramo assumere la titolarità dell'assessorato all'urbanistica, mal si confà all'esigenza di immediata rispondenza tra indirizzo politico e azione amministrativa.

È questa, tra le incongruenze che minano alla base la stabilità dell'esecutivo Abramo, una delle più evidenti. Non è la sola. Il Gruppo Bene in Comune non farà mancare nelle sedi competenti, principalmente nelle Commissioni e in Aula, il suo contributo critico e costruttivo alla risoluzione dei numerosi problemi che l'evidente impasse dell'azione politica della maggioranza, amplificata dalla bocciatura rimediata alle ultime consultazioni europee, ha ulteriormente messo a nudo.

Ufficio Stampa Pino Celi

 


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