Caso Skripal: una "guerra diplomatica"
Politica Lazio

Caso Skripal: una "guerra diplomatica"

sabato 31 marzo, 2018

ROMA, 31 MARZO - Un rovente clima da Guerra Fredda. Si acuiscono le schermaglie diplomatiche tra l’Occidente politico e la Federazione russa per il ‘caso Skripal’ a Salisbury (Inghilterra): ad un’azione corrisponde sempre una reazione. È scattato, de facto, l’effetto domino sulle espulsioni del personale diplomatico da ambo le parti. Nei giorni precedenti da Mosca, rispondendo alle domande del portale Askanews, la portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo Maria Zakharova aveva definito “irresponsabile” ed “ingannevole” il comportamento della Gran Bretagna di Theresa May e degli alleati NATO, rimarcando con decisione l’attuazione di “adeguate misure speculari”. Medesimi i toni dell’ex Ambasciatore russo in Gran Bretagna dal 1994 al 1997 Anatoly Adamishin, il quale, in un’intervista del 28 marzo ad Euronews, aveva sostenuto con certezza l’imminente risposta della Russia: “la Russia risponderà pan per focaccia contro ogni misura presa”. [MORE]

Dopo le espulsioni di 153 funzionari russi da parte degli Stati Uniti, Gran Bretagna e alleati NATO, è notizia di queste ultim’ore, le analoghe contromisure intraprese da Mosca nei confronti di Londra e sodali, per un totale di 150 diplomatici occidentali tra americani, britannici ed europei. Esplicita disposizione del Ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov riportata dall’Ansa: "In questi minuti l'ambasciatore Usa John Huntsman è stato invitato al nostro ministero, dove il mio vice Serghiei Riabkov gli sta esponendo il contenuto delle misure di risposta nei riguardi degli Usa. Esse includono l'espulsione dei diplomatici (sessanta ‘personae non gratae’, ndr) e la decisione di revocare l'assenso per il funzionamento del consolato generale Usa di San Pietroburgo". Alla chiusura del consolato russo a Seattle da parte di Washington, il dicastero degli esteri russo ha ordinato la chiusura del consolato statunitense a San Pietroburgo entro il 5 di aprile. In summa, il ‘criterio Lavrov’ applica quanto preannunciato ossia una sistematica proporzionalità: per ogni paese, il numero delle espulsioni dalle missioni diplomatiche è stato, è e sarà speculare a quelle russe.

Come riferiscono l’Associated Press e Adnkronos, i paesi informati degli allontanamenti con nota di protesta sono: Italia, Albania, Australia, Canada, Cechia, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldavia, Norvegia, Olanda, Polonia, Romania, Spagna, Svezia, Ucraina. Attenzionati i funzionari di Belgio, Georgia, Montenegro e Ungheria. "La Russia vuole non solo reagire alle misure degli Usa e del Regno Unito - ha precisato Lavrov - ma anche avviare una conversazione normale e stabilire la verità nel caso degli Skripal". Pertanto, il prossimo 4 aprile, la Federazione russa convocherà una sessione straordinaria del Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) dimodoché "in questa sede - ha aggiunto il Ministro - porremmo delle domande specifiche e mi auguro che i nostri partner occidentali non si sottrarranno a una conversazione onesta: in caso contrario avremo un'altra conferma che ci troviamo davanti a una volgare provocazione" come riportato da Bagnoli sull’Ansa.

In seguito alle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22-23 marzo in coordinamento con 13 Paesi UE e alleati NATO, l’Italia il 26 marzo scorso ha comunicato l’espulsione di due funzionari russi in ‘lista diplomatica’. Una misura che ha generato un “profondo rammarico” espresso mediante una nota pubblicata il 29 marzo dall’Ambasciata russa sul suo profilo Twitter istituzionale, evidenziando come il “gesto di inimicizia di Roma” di un governo dimissionario sia “in netto contrasto con la plurisecolare tradizione di buone e stabili relazioni russo-italiane” ed auspicando la prosecuzione di una politica di “dialogo costruttivo e di sviluppo della collaborazione in tutti i campi con la Russia” del nuovo esecutivo. Alla legazione guidata dall’Incaricato d’Affari dell’Ambasciata italiana Michele Tommasi, convocata presso il Ministero degli Affari Esteri a Mosca, è stata formalizzata la decisione di espellere due incaricati italiani con una nota verbale datata 30 marzo. La Farnesina conferma: “ai funzionari, è stata concessa una settimana per abbandonare il territorio della Federazione Russa”. Qualora il Regno Unito e gli Stati Uniti, di concerto con i partner occidentali, lanciassero un’offensiva sugli asset strategici russi, l’escalation raggiungerebbe, forse, il punto di non ritorno delle relazioni internazionali.

Cristian D’Aiello

Fonte foto: Il Messaggero


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