Cannibalismo del 2011, ma muore la Kuru
Di tutto un po'

Cannibalismo del 2011, ma muore la Kuru

martedì 27 settembre, 2011

Bombay (India), Settembre 2011 - Uno degli istinti primordiali dell’uomo è il mangiare. E per questo, a disposizione, c’è tutto un mondo di risorse naturali che possano garantirgli la sopravvivenza, che è la prima preoccupazione di chi è in vita.

Dopo la cronaca russa di agosto, del 21enne [MORE]che per “punizione e curiosità” uccise un gay dopo averlo adescato su un network (“perché organizzare un incontro è più facile con un omosessuale che con un etero” ha affermato), ora c’è da misurarsi con una realtà. Il cannibalismo non è morto.

Non importa se si è scavalcato di 11 anni l’anno 2000 e che la cultura avanza come il progresso scientifico.

C’è chi, ancora, vuol sperimentare. Eppure la pratica del cannibalismo, sin dal 1957, è stata vietata, per le estreme conseguenze di una malattia –legata al cibarsi di carogne- decisamente pericolosa per l’uomo, chiamata KURU. Piccoli residuali casi di Kuru li abbiamo anche oggi. Ma si tratta di individui esposti per vicinanza geografica o parentale a chi il cannibalismo l’ha provato.

Chi, cioè, crudelmente, mangiava durante i riti sacri, il cervello dei cadaveri. Chi ne ha visto personalmente i sintomi, ha parlato di MOVIMENTI OCULARI INNATURALI, di uomini e donne spiritate in volto, con incapacità assoluta all’equilibrio fisico. Negli anni ’60 si decise di approfondire questo aspetto, tanto da decidere di proibire nel modo più assoluto ogni forma di necrofobìa.

Aldilà del fatto che la religione cattolica, in questo, assume una sobrietà di comportamenti ammirabile (e poi ricordiamo che da un cinquantennio si è data libera possibilità alla cremazione post-mortem, auspicata da molti per se stessi) , potremmo citare anche la religione di forma iraniana di Zarathustra che del cannibalismo ne condanna tacitamente forma e volontà.

A Bombay, una delle città commerciali più ricche dell’India infatti, Le Torri del Silenzio vengono predisposte per far morire “naturalmente” per “la seconda volta”, i corpi dei cadaveri. Lasciati su di un piano in legno, vengono offerti al vento e agli avvoltoi, che provvedono a mangiare tutto ciò che resta. Ma è compito di uccelli farlo, mica di persone.

Anna Ingravallo

In foto, Bombay, da scorcio fornitoci da sito www.igougo.com

 


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Di tutto un po'.