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GENOVA - Si chiama Nino Cassola, 33enne di Struppa, l’ennesima vittima sul lavoro. Una fine orribile per questo giovane ragazzo, morto asfissiato cadendo all’interno di un pozzo per l’estrazione di biogas nella discarica di Scarpino, sulle colline di Genova. Il tutto è avvenuto durante una manovra di allineamento del tubo di scarico del gas, quando Cassola, ha perso l’equilibrio cadendo nel pozzo.[MORE]
La ditta per la quale lavorava è di Rivoli, in provincia di Torino, la Asja Ambiente Italia, che ha in appalto lavori per la trivellazione di cento pozzi per il recupero dei gas prodotti dalla massa di rifiuti stoccati. Il pozzo nel quale è caduto il povero Nino, è profondo diciotto metri e largo uno con una temperatura intorno agli 80 gradi. Le condizioni critiche e l’assenza di ossigeno hanno impedito il recupero del corpo direttamente. E’ stato necessario aprie un varco accanto al pozzo con delle ruspe per aprire una via secondaria, spostanto diversi metri cubi di terra e rifiuti.
Richiesti dal sostituto procuratore Francesco Pinto, il sequestro dell’area e i rilievi fotografici per poter avere un quadro generale dei luoghi dov'è avvenuto il tragico incidente. Da una prima analisi le norme di sicurezza non sono state rispettate, poiché Cassola non era assicurato ad alcun sostegno che avrebbe impedito la tragica fine. Si è oltresì constato, che i gas fuoriuscenti dai pozzi, rendeno l’area irrespirabile e facilmente possono causare perdita dei sensi.
Sul luogo dell´incidente, oltre ai carabinieri, diverse squadre dei pompieri, tra cui quelle specializzate Saf (per il soccorso speleo-alpinistico-fluviale) e Nbcr (per gli interventi in luoghi contaminati). Una particolare telecamera per individuare il corpo, è stata subito introdotta prima di iniziare l'opera di scavo e recupero.