Capo economista Deutsche Bank: fondo pubblico da 150 miliardi per salvare le banche
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BRUXELLES - L’Europa necessita al più presto di un fondo pari a centocinquanta miliardi di euro per consentire la ricapitalizzazione degli istituti bancari in difficoltà, italiani e non. [MORE]
A farsi portavoce di questa istanza durante un’intervista domenicale alla Welt am Sonntag è stato il capo economista della Deutsche Bank. “L’Europa è estremamente malata e deve iniziare a far fronte ai suoi problemi in modo molto rapido, altrimenti potrebbe esserci un incidente“, ha spiegato David Folkerts-Landau, membro del comitato esecutivo dell’istituto tedesco. Stando a quanto riferito da Folkerts-Landau, non si prospetterebbe “una seconda crisi finanziaria come nel 2008″, ma “abbiamo davanti una lenta, lunga spirale discendente“.
L’11 e il 12 luglio si terrà a Bruxelles un doppio vertice tra i ministri delle Finanze - Eurogruppo ed Ecofin -, per discutere della Brexit e di interventi a favore del sistema bancario europeo, nonché della richiesta italiana di poter intervenire con fondi pubblici per ricapitalizzare le banche che ne abbiano necessità. Ma anche la banca tedesca soffre, con una Bremer Landesbank molto sottocapitalizzata e la Deutsche Bank definita ‘fragile’ dal Fmi. Da qui la richiesta che la direttiva europea sul bail in in questa fase venga sospesa per evitare che a farsi carico delle perdite siano anche gli obbligazionisti subordinati.
L’articolo 32.4 della direttiva Brrd - norma che ha riformato le risoluzioni creditizie in seguito alla crisi del 2008, risultante nella responsabilità di azionisti e investitori (bail-in) – permette la ricapitalizzazione preventiva per gli istituti che abbiano una situazione patrimoniale evidentemente instabile. Il testo ammette l’erogazione di aiuti di Stato, ma l’esborso pubblico può essere totale solo quando la condivisione degli oneri genera “esiti sproporzionati” come danni ad azionisti o mercati, o se ad essere minacciata è la stabilità dell’istituto.
Luna Isabella
(foto da ilcorsivoquotidiano.net)