Arrestato telefonista clan Genovese: minacciò di morte Colonnello carabinieri
Cronaca Campania

Arrestato telefonista clan Genovese: minacciò di morte Colonnello carabinieri

venerdì 17 settembre, 2010

AVELLINO- È stato arrestato ad Avellino il “telefonista” del clan camorristico dei Genovese, che il 30 maggio scorso aveva telefonato al 112 minacciando di morte il comandante provinciale dell’Arma di Avellino, il colonnello Giammarco Sottili.
“Nuova camorra avellinese, siete venuti a prenderci casa-casa. Il Colonnello Sottili e' solo un morto che cammina. La tregua e' finita. Adesso facciamo la guerra ad Avellino. Vi uccidiamo ad uno ad uno”. Questo il messaggio della telefonata che Mario Ricciardelli, 34enne di Avellino, fece lo scorso 30 maggio, minacciando tra l’altro un attentato in occasione di una manifestazione pubblica dedicata ai bambini, che si sarebbe dovuta svolgere lungo corso Vittorio Emanuele ad Avellino: “Stamattina per il corso facciamo una strage. La città dei balocchi ve la facciamo vedere noi”.[MORE]
Mario Ricciardelli, pregiudicato per numerosi reati, originario di Summonte, è stato arrestato dai Carabinieri del nucleo investigativo di Avellino, nell’abitazione di sua moglie, con l’accusa di minacce a pubblico ufficiale con l'aggravante dell'associazione mafiosa. Ricciardelli avrebbe agito per conto del clan Genovese, che voleva intimidire le forze dell’ordine che solo pochi giorni prima avevano decapitato buona parte dell’organizzazione del clan con l’operazione “Superenalotto”, arrestando quattro affiliati tra cui il figlio del boss Modestino, l’appena diciottenne Marco Antonio Genovese.
I carabinieri del comando provinciale di Avellino, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, sono riusciti a risalire all’identità del “telefonista” Ricciardelli dopo quattro mesi di attente e puntuali indagini. Innanzitutto è stata individuata la cabina telefonica dalla quale il pregiudicato aveva effettuato la telefonata con una scheda prepagata. Poi le indagini si sono ristrette a poche persone così sono intervenuti i Ris di Roma. La voce di Ricciardelli è stata riconosciuta comparando la voce della telefonata con quella di alcune intercettazioni ambientali.
La sua posizione all’interno del clan Genovese non è sicuramente marginale, ma è ritenuto da parte degli inquirenti uno dei suoi elementi di spicco.


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