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Apertura anno pastorale diocesi Catanzaro-Squillace "Renderò grazie al Signore con tutto il cuore"

Redazione Calabria
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Apertura anno pastorale diocesi Catanzaro-Squillace "Renderò grazie al Signore con tutto il cuore"
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“Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini riuniti in assemblea,
grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.”
Catanzaro 13 ottobre 2012 - Ha ripetuto con gioia queste parole del salmo, l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Bertolone, mentre, dentro la Cattedrale colma di fedeli, dava inizio all’anno pastorale Ciò è provvidenzialmente coinciso con la celebrazione della conclusione del processo diocesano della causa di beatificazione di Padre Francesco Caruso, sacerdote nato nel 1879 a Gasperina. Si è trattato quindi di un bellissimo momento di festa diocesana, alla presenza del sindaco e del parroco di Gasperina, oltre a numerosi fedeli della cittadina accorsi lieti ad onorare Padre Francesco Caruso. Ordinato sacerdote nel 1908, egli ricoprì diversi incarichi tra i quali quello di rettore e padre spirituale del seminario arcivescovile e canonico penitenziere della Cattedrale. Fondò inoltre la Casa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria per ragazzi orfani. Morì a Gasperina nel 1951. Luminoso esempio, l’ha definito Bertolone, così come lo fu don Puglisi, il sacerdote di Brancaccio ucciso dalla mafia per la sua attività evangelizzatrice dei bambini e dei ragazzi, che li toglieva dal tunnel dell’ignoranza e del male. [MORE]

Si apre l’anno della Fede, allora, per riscoprire il Signore, il Fedele per eccellenza e nel contempo Colui che fa nuove tutte le cose. La fedeltà di Dio a se stesso e all’uomo è espressa al massimo livello nel volto di Gesù, nella Buona Notizia che supera ogni limite di spazio e di tempo. Nel cuore di Dio c’è l’uomo, anche quando nel cuore dell’uomo non c’è Dio: mons. Bertolone ha menzionato una bella novella di Giovanni Verga, “Fantasticheria”, in cui si fa riferimento alle ostriche che hanno bisogno della roccia a cui aggrapparsi, così come noi abbiamo bisogno della “Roccia” che è il Signore. Dio non è infatti lontano, ma ha posto la sua dimora in mezzo a noi e ha reso sacro anche l’orizzonte umano . Egli aspetta che ci lasciamo condurre, in questo nuovo anno pastorale, e trasformare da Lui per percorrere con nuovo entusiasmo il pellegrinaggio della fede .

ANNA ROTUNDO

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Scritto da Redazione Calabria

Giornalista di InfoOggi

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