Annamaria Cancellieri cita Cesare Beccaria e afferma: «Le carceri italiane sono indegne»
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PALERMO, 23 MAGGIO 2013 - Il filosofo Cesare Beccaria insegnò all'Italia ad intendere le carceri come un luogo di rieducazione: un detenuto che viene costretto a scontare la propria pena da recluso, dovrebbe, allo stesso tempo, essere seguito da personale qualificato affinchè possa reintegrarsi nella società al termine del periodo di detenzione.
Per questa ragione, la pena di morte è stata depennata dal Bel Paese: seguendo i princìpi di Beccaria, la pena inflitta non può essere unicamente punitiva, ma, per l'appunto, deve essere rieducativa. Quest'oggi, i pensieri del filosofo sono stati ricordati da Annamaria Cancellieri, ministro della Giustizia, la quale si è recata nel carcere di Ucciardone a Palermo (spesso definito "lager"), per la commemorazione di Giovanni Falcone.[MORE]
«Le condizioni delle carceri italiane non sono degne di un paese civile, del Paese di Cesare Beccaria», ha affermato il ministro, che ha continuato: «E' necessario che in carcere si paghino gli errori commessi, ma anche che se ne esca migliori».
Per la Cancellieri, le vecchie strutture, inoltre, «Vanno sostituite, per garantire a ciascun detenuto una possibilità decente di alloggio, di sanità e di spazi per poter lavorare. E' un'impresa titanica, ma ce la metteremo tutta per riuscirci».
(Foto da lascarinews.altervista.org)
Alessia Malachiti