Alta Valsesia, cinghiali radioattivi: trovate tracce di cesio 137. Allertati Nas e Noe
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VERCELLI, 08 MARZO 2013 - Con una nota, il ministero della Salute ha reso noto che, a seguito a delle analisi che sono state effettuate analizzati campioni di capi abbattuti durante la stagione venatoria 2012/2013, tracce di Cesio 137 oltre la soglia prevista dal regolamenti sono stati riscontrati in seguito a controlli nella lingua e nel diaframma di cinghiali del comprensorio alpino della Valsesia. Come precisa il ministero, il Cesio 137 è un isotopo radioattivo rilasciato tra l'altro nel 1986 dalla centrale di Chernobyl. In particolare, su 27 campioni il livello di cesio 137 è risultato superiore allo soglia indicata dal Regolamento 733 del 2008, come limite tollerabile in caso di incidente nucleare.
A seguito di ciò, il ministro della Salute, Renato Balduzzi - d’accordo con le autorità sanitarie e la presidenza della Regione Piemonte - ha provveduto celermente ad attivare il Comando dei Carabinieri del Nas e del Noe (Nucleo operativo ecologico), il cui Reparto operativo è composto anche di una Sezione inquinamento da Sostanze radioattive orientata al contrasto di traffici illeciti di rifiuti e materiali radioattivi, che congiuntamente alla Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione dello stesso ministero coordineranno tutti gli accertamenti. A tal riguardo, la prima riunione urgente di coordinamento è stata convocata per questa mattina.
Sulla vicenda è intervenuto l'assessore all'ambiente della Regione Piemonte Roberto Ravello, il quale ha puntualizzato che bisogna evitare gli allarmismi perché i rischi per la salute sarebbero «contenuti e controllabili». [MORE]
Come ha spiegato Elena Fantuzzi, responsabile dell'Istituto di Radioprotezione dell'Enea, «Il cesio 137 è un radionuclide artificiale prodotto dalla fissione nucleare. Viene rilasciato da siti nucleari». Sulla base di ciò, le prime ipotesi riguardo alla vicenda sono quelle secondo cui il cesio 137 potrebbe essere stato rilasciato in seguito all'incidente nella centrale nucleare di Chernobyl del 1986. Secondo Fantuzzi, bisognerebbe considerare anche il metabolismo dei cinghiali, capire se ha caratteristiche tali da favorire l'accumulo del cesio 137 al di sopra dei limiti considerati sicuri. «Non può essere altro che la ricaduta delle emissioni della centrale di Chernobyl». Dello stesso avviso anche Gian Piero Godio, di Legambiente Piemonte e Val d'Aosta che, da esperto in questioni nucleari, sottolinea: «Altre spiegazioni non potrebbero esserci: il comprensorio della Valsesia non presenta alcuna sorgente radioattiva».
Per la Coldiretti: «Occorre estendere immediatamente le analisi ad altri animali selvatici e fare al più presto chiarezza sulle fonti di contaminazioni». Infine, Aldo Grasselli segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp): «I cinghiali sono animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono, perché ci forniscono informazioni precise grazie ad un certo modo di sfruttare l'ambiente».
(fonte: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano)
Rosy Merola