Acqua: l'ultima goccia prima della crisi globale. La Conferenza dell'Onu per la salvaguardia delle risorse idriche
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Acqua: l'ultima goccia prima della crisi globale. La Conferenza dell'Onu per la salvaguardia delle risorse idriche

mercoledì 22 marzo, 2023

Acqua: l'ultima goccia prima della crisi globale. La Conferenza dell'Onu per la salvaguardia delle risorse idriche

L'ultima goccia: poca acqua, consumo eccessivo. Oggi la Conferenza dell'Onu sulla crisi idrica

2 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile. La siccità avanza, cambiamenti climatici e sviluppo "vampiristico" mettono a rischio la linfa vitale dell'umanità. Ogni italiano consuma 6.300 litri d'acqua al giorno

Ce n'è sempre meno - ed è colpa nostra.

L'acqua è la "linfa vitale" dell'umanità, ma il suo accesso è sempre più a rischio a causa del "consumo eccessivo e dello sviluppo eccessivo": attività "vampiristiche", le chiama il segretario dell'Onu Antonio Guterres presentando un rapporto sul tema a poche ore dall'apertura del primo grande incontro delle Nazioni Unite sulle risorse idriche in quasi mezzo secolo.

2 miliardi di persone al mondo non hanno accesso all'acqua potabile. Più di 3 miliardi e mezzo non sanno cosa siano servizi igienici e sanitari affidabili. "La scarsità di acqua sta diventando endemica", si legge nel rapporto, secondo cui l'uso di acqua è aumentato a livello globale di circa l'1% ogni anno negli ultimi 40 anni e dovrebbe mantenere tassi di crescita simili fino al 2050.

La siccità avanza

Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti ONU sul cambiamento climatico (IPCC), l'aumento della temperatura in atto sarà accompagnato da grandi cambiamenti nel ciclo dell'acqua in tutto il Pianeta, con aree umide che diventeranno molto più umide e aree aride che saranno soggette a siccità più intense e per periodi più lunghi. In questi ultimi due anni anche zone che non conoscevano la siccità stanno affrontando nuovi problemi: si pensi (per l'Europa) alla Francia, alla Gran Bretagna e al Nord Italia. Dobbiamo anche fare i conti con una riduzione di disponibilità idrica del 19% registrata negli ultimi trent'anni rispetto al precedente periodo (ISPRA 2022).

"L'uso insostenibile dell'acqua, l'inquinamento e il riscaldamento globale incontrollato stanno prosciugando la linfa vitale dell'umanità", dice ancora Guterres nella prefazione al rapporto.

La Conferenza dell'ONU sull'acqua

Co-ospitata dai governi del Tagikistan e dei Paesi Bassi, la Conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua riunirà circa 6.500 partecipanti, tra cui un centinaio di ministri e una dozzina di capi di stato e di governo da mercoledì a venerdì a New York. Richard Connor, autore principale del rapporto, ha dichiarato che l'impatto della "crisi idrica mondiale" sarà una "questione di scenari". Alla conferenza delle Nazioni Unite, i governi e gli attori del settore pubblico e privato sono invitati a presentare proposte per un cosiddetto programma d'azione per l'acqua per invertire la tendenza e contribuire a raggiungere l'obiettivo di sviluppo, fissato nel 2015, di garantire "l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030".

L'ultima conferenza a questo alto livello sulla questione, che manca di un trattato globale o di un'apposita agenzia delle Nazioni Unite, si tenne nel 1977 a Mar del Plata, in Argentina.

"Almeno 2 miliardi di persone utilizzano una fonte di acqua potabile contaminata da feci, esponendole al rischio di contrarre colera, dissenteria, tifo e poliomielite". Quel numero non tiene nemmeno conto dell'inquinamento da prodotti farmaceutici, chimici, pesticidi, microplastiche e nanomateriali. Per garantire l'accesso all'acqua potabile sicura per tutti entro il 2030, gli attuali livelli di investimento dovrebbero essere triplicati, afferma il rapporto.

I conti del WWF

Acqua e clima - aggiunge il Wwf - rappresentano due crisi correlate. I problemi legati all'acqua, da un lato la siccità - con il relativo aumento degli incendi - dall'altro alluvioni e inondazioni, sono destinati a peggiorare in tutto il mondo con la crisi climatica. A rischio ci sono milioni di specie animali e vegetali, inclusa la specie umana che già vede oltre due miliardi di persone in situazione di precarietà o sofferenza idrica.

L'acqua che beviamo è solo una piccola parte di quella che consumiamo. Al consumo diretto (per lavarsi, cucinare, pulire o innaffiare le piante) che in Italia è di 236 litri al giorno a persona contro una media europea di 165 litri, va aggiunto quello indiretto, legato all'acqua necessaria per produrre i beni e i servizi che utilizziamo e il cibo che mangiamo. Ogni fase produttiva per realizzare un prodotto finito può consumare acqua. La somma di tutti questi consumi rappresenta l'impronta idrica quotidiana. In Italia consumiamo in media circa 130 miliardi di m³ all'anno - una delle impronte idriche più alte d'Europa, con una media di 6.300 litri a persona al giorno.

Consumi non più sostenibili e allarmanti, considerando che secondo il World Resources Institute nel 2040 l'Italia sarà in un serio stress idrico.

Per quanto riguarda gli usi produttivi, in Italia l'agricoltura è il settore economico più assetato, con l'85% dell'impronta idrica della produzione, comprendendo l'uso di acqua per la produzione di colture destinate all'alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%), e per pascolo e allevamento (10%).
Dopo la produzione alimentare, l'industria tessile è la seconda industria ad alta intensità di consumo idrico al mondo, con circa 93 miliardi di metri cubi di acqua all'anno, pari al 4% di tutta l'acqua dolce estratta a livello globale. Per produrre tutti i tessili acquistati dalle famiglie europee sono necessari ogni anno circa 24.000 milioni di m³ di acqua.


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