Yerevan, la visita del ministro degli esteri turco riaccende gli animi armeni
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YEREVAN (ARMENIA), 12 DICEMBRE 2013 - Un gruppo di persone si è riunito questa mattina nella capitale armena, per manifestare contro la visita del ministro degli esteri turco, Ahmet Davutoglu. Il gruppo chiedeva che la Turchia riconoscesse ufficialmente l'atavica questione del genocidio armeno del 1915, una ferita che, a distanza di un secolo, non riesce ancora a farsi manco cicatrice. Davutoglu è in visita in Armenia per presenziare a un meeting dell'Organizzazione della Cooperazione Economica nel Mar Nero; il ministro rappresenta la più alta carica turca a toccare il suolo armeno dal 2009. “Spero che la mia visita a Yerevan contribuirà agli sforzi globali di pace e di stabilità nel Caucaso”, ha scritto Davutoglu su Twitter, “il nostro paese continuerà a fare sforzi per risolvere i problemi ai confini”.
La precedente visita dell'ex ministro degli esteri turco in Armenia aveva portato i due paesi a formalizzare due protocolli, in cui si intendeva aprire le più che sigillate frontiere. Gli accordi, però, furono ostacolati dalle varie questioni interne al Caucaso stesso, ovvero i pessimi rapporti tra l'Armenia e l'Azerbaijan, e la questione dell'occupazione armena nel Nagorno-Karabakh. Il ritiro potenziale dei militari nell'area a sud del Caucaso potrebbe accelerare i processi di pace tra Turchia e Armenia.
L'Armenia, che vanta ottime relazioni con Iran, Russia e Stati Uniti – caso più unico che raro, al mondo – non riesce a risolvere annali questioni con i più prossimi vicini. Negli ultimi due mesi si sono avuti diversi incontri anche tra le autorità azere e armene, per ridiscutere le questioni territoriali a est, molto spesso “terre di nessuno”. Ma il processo sembra appena all'inizio.
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La decisione del ministro turco di raggiungere Yerevan è stata accolta in maniera favorevole dagli Stati Uniti e da molti leader europei, che vedono nell'evento uno speranzoso punto di partenza, affidando all'Armenia la possibilità di “non perdere l'occasione”. Tuttavia le autorità turche, ferme arroccate sulle loro posizioni, non intendono la visita come una “nuova” apertura all'Armenia. Piuttosto che (ri)discutere il loro rapporto con il paese, i turchi sembrano più propensi a focalizzarsi sulle altre questioni caucasiche, a partire dal Nagorno-Karabakh, come snodo focale per ogni trattativa.
Foto: hurriyetdailynews.com
Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)