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WASHINGTON, 27 AGOSTO – Secondo un articolo a firma di Philip Rucker ed Ellen Nakashima pubblicato sul più antico e diffuso giornale della Capitale statunitense, la scorsa primavera Donald Trump avrebbe chiesto all’attorney general (alto funzionario dello Stato che fornisce consulenza giuridica al Governo) Jeff Sessions se e come il Governo potesse fare in modo che cadesse il processo a carico di Joe Arpaio, ex sceriffo di Maricopa County, Arizona. [MORE]
Lo sceriffo è stato dichiarato colpevole di aver ignorato il divieto emesso da un tribunale circa la possibilità di disporre retate di immigrati irregolari. Arpaio è in effetti stato fervido sostenitore di Trump durante la campagna elettorale e soprattutto partner nella crociata contro l’immigrazione illegale.
Il WP scrive che alcuni testimoni della conversazione fra il Presidente e l’attorney general avrebbero riferito del rifiuto di quest’ultimo di perseguire la strada dell’insabbiamento del processo, affermando che ciò sarebbe stato inappropriato. In ogni caso, Trump ha comunque poi deciso di lasciar proseguire l’inchiesta ed aspettare la decisione dei giudici, garantendo la grazia in caso di condanna, com’è infatti avvenuto.
Proprio la decisione di concedere la grazia a colui che si autodefiniva “lo sceriffo più duro d’America” è stata peraltro oggetto di aspre polemiche negli Stati Uniti negli scorsi giorni. Le motivazioni diffuse dalla Casa Bianca riguardano il fatto che l’ormai 85enne Arpaio si sarebbe distinto per meriti patriottici e per aver reso più sicura l’Arizona. Da più parti si sono levate critiche nei confronti della decisione di Trump, che ancora una volta ha mostrato di sostenere un uomo accusato di violazione dei diritti civili e discriminazione razziale, il quale aveva reso la caccia ai clandestini la propria bandiera. Addirittura il Presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America (il cosiddetto speaker, ovvero colui che è incaricato di condurre le sedute di uno dei due rami del Congresso, cioè l’organo legislativo), il Repubblicano Paul Ryan, avrebbe espresso il proprio disaccordo. “I dirigenti delle forze dell’ordine hanno una speciale responsabilità nel rispettare i diritti di tutti e non si deve consentire a nessuno di credere che tale responsabilità sia ridotta a causa della concessione di questa grazia” avrebbe dichiarato Ryan secondo i media americani.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: 24sata.hr