Wanda Ferro: Sullo statuto regionale decidano i calabresi attraverso un referendum
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CATANZARO, 14 APR 2015 - “Ritengo che le modifiche al nuovo Statuto regionale varate dal Consiglio non abbiano l’obiettivo di rendere più snella ed efficiente la macchina regionale, ma servano soltanto per consentire al presidente Oliverio di distribuire nomine per soddisfare le pretese delle variegate anime della coalizione che lo ha sostenuto in campagna elettorale e trovare così un equilibrio nella sua maggioranza. Per questo ritengo opportuno che sullo Statuto regionale a decidere siano i calabresi, attraverso un referendum popolare”. Così la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro ha lanciato la proposta di avviare una consultazione popolare sul nuovo Statuto. [MORE]
“Ci sono novanta giorni di tempo dalla pubblicazione sul Burc avvenuta il 3 aprile scorso - spiega Wanda Ferro - per proporre il referendum, per il quale servono le firme di 7 consiglieri regionali, un quinto dell’assemblea, e auspico che su questo tema ci sia la convergenza di tutta l’opposizione. E’ chiaro che la Carta fondamentale della Regione è utilizzata per risolvere i problemi politici della maggioranza. In campagna elettorale avevo detto che Oliverio avrebbe avuto bisogno di pullman per comporre la sua giunta, ma mi sbagliavo: ha bisogno di un treno. Nel nuovo statuto Oliverio non solo ha aggiunto un assessore, in modo da poterne nominare sette anche esterni all’assemblea di Palazzo Campanella, ma per non scontentare nessuno, si è attribuito la possibilità di assegnare deleghe ai consiglieri nelle materie più varie, senza alcun limite.
Anziché valorizzare il ruolo del Consiglio, esaltando nei fatti l’importante funzione rivestita da ogni consigliere, di maggioranza e di minoranza, Oliverio ha inventato uno strumento che potrà consentirgli di accontentare ogni singolo componente della sua maggioranza con un pezzetto di potere politico e di visibilità: in sostanza, si tratta di un aumento surrettizio del numero degli assessori, anche se di secondo livello. Il consigliere delegato infatti partecipa alle riunioni di giunta che si occupano della materia delegata, anche se senza diritto di voto. Si tratta di una figura che da un primo sommario esame sembra non trovare riscontro negli statuti delle altre regioni italiane, e che non solo appare superflua rispetto ad una giunta che è già composta da otto membri, quanto potrebbe presentare profili di incostituzionalità.
E’ infatti evidente il conflitto di attribuzioni, perché le funzioni di esecutivo e assemblea devono essere separate. I consiglieri devono mantenere funzioni di indirizzo e soprattutto di controllo sull’operato della giunta. Per questo riteniamo che ci siano tutti gli elementi perché sia lo stesso Governo nazionale ad impugnare lo statuto nei trenta giorni a disposizione. Altrimenti decideranno i calabresi. Sono sufficienti le firme di sette consiglieri, ma siamo pronti anche ad avviare tra i cittadini una campagna di raccolta delle 40 mila firme necessarie per indire il referendum”.