Villa confiscata da restituire a coniugi proprietari.
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Villa confiscata da restituire a coniugi proprietari. Era stata ritenuta riconducibile figlio coinvolto inchieste Dda
LAMEZIA TERME, 28 LUG - Quattordici anni addietro, ai coniugi Francesco Giampà e Giovanna Monteleone, era stata confiscata una villa a Lamezia Terme del valore stimato di 250 mila euro, ritenuta dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro, riconducibile al figlio della coppia, Enzo, coinvolto in alcune operazioni della Dda del capoluogo calabrese e successivamente condannato per associazione mafiosa e altri gravi reati. Oggi l'immobile, in base ad una sentenza della Corte d'Appello, dovrà essere loro restituito.
L'immobile - ricostruisce il legale della coppia Aldo Ferraro - dopo la conferma della confisca pronunciata dalla Cassazione nel 2009, era stato acquisito al patrimonio dello Stato e amministrato dall'Agenzia Nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata che lo aveva assegnato al Comune di Lamezia Terme per la realizzazione di un laboratorio musicale e di un centro di aggregazione giovanile.
Con tanto di finanziamenti pubblici e lavori di conversione dell'immobile. Nel 2017 i coniugi Giampà-Monteleone, assistiti dall'avvocato Ferraro presentarono ricorso al Tribunale di Catanzaro documentando le disponibilità economiche e il fatto che della edificazione della villa si erano occupati direttamente loro. In particolare evidenziarono che Francesco Giampà era stato processato per abuso edilizio proprio in relazione alla edificazione della villa. Il Tribunale rigettò l'istanza.
I coniugi Giampà non si sono dati per vinti impugnando attraverso il loro legale il provvedimento davanti alla Corte di Appello che ha revocato la confisca adottata il 19 dicembre 2006, disponendo la sua immediata restituzione agli aventi diritto.