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ROMA, 13 MARZO - La riforma della Giustizia "non è ad personam" dichiara il presidente della Camera. E a proposito del C-day afferma: bella manifestazione di tricolori, la Carta può essere modificata "ma non a colpi di maggioranza". L'INTERVISTA INTEGRALE
Nella settimana politica caratterizzata dall'approvazione del Consiglio dei ministri del disegno di legge [MORE]costituzionale di riforma della Giustizia "SkyTG24 - L'intervista", l'approfondimento del canale all news curato e condotto da Maria Latella, ospita il presidente della Camera Gianfranco Fini.
"Non c'è dittatura dei giudici" afferma il leader di Futuro e Libertà, replicando così alle affermazioni rilasciate sabato 12 marzo dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E aggiunge: "E' necessario parlare di riforma della giustizia, ma non concentriamo tutta l'agenda del governo su questo tema. Occorre parlare, ad esempio, anche di temi economici".
La riforma della Giustizia non è ad personam - "E' giusto sedersi al tavolo, con diffidenza ma senza pregiudizi, e discutere di questa riforma della giustizia, il cui testo non è ad personam e quando Berlusconi lo dice, dice una cosa vera, anche se bisogna capire meglio lo spirito di questa riforma", ha dichiarato il presidente della Camera e leader di Fli.
Gheddafi è un pazzo sanguinario - Fini, nel corso dell'intervista, affronta anche il tema della crisi libica definendo "Gheddafi un pazzo sanguinario". E ha aggiunto: "Mi rifiuto di commentare le sue minacce, auspico solo che la comunità internazionale faccia seguire alle intenzioni i fatti". "Sicuramente c'è il rischio di conseguenze gravi sui flussi migratori - aggiunge il leader di Fli - ma sarebbe guardare al dito e non alla luna pensare solo a questo e non al cambiamento storico dei paesi del Magreb, paragonabile al crollo del Muro dell'89".
Nucleare, non si decida sull'onda dell'emozione - Alla luce dell'allarme atomico scattato in Giappone in seguito al terremoto e allo tsunami che hanno colpito il Paese, si riflette anche in Italia sull'energia e le centrali nucleari. "Non bisogna decidere sull'onda dell'emozione" ha avvertito Fini, che ha aggiunto: "Non mi meraviglia che, a fronte di immagini davvero apocalittiche che arrivano da un paese considerato il più sicuro, un sondaggio (sul nucleare ndr) non può che far registrare una minor fiducia dei cittadini nei confronti del nucleare". Ma, ha proseguito il pesidente della Camera, "credo non si possa agire sull'onda emotiva. Il problema della sicurezza nucleare - ha spiegato - va al di là dei confini nazionali. Ci sono centrali in Slovenia e in Francia e se lì ci fossero dei disastri colpirebbero anche noi. Da più parti ho letto che in Giappone le centrali giapponesi non sono di ultima generazione. In
Italia si parla di siti nucleari di ultimissima generazione. Il mio auspicio - ha concluso - è che non si decida sull'onda emotiva".
(tg24.sky.it)