Verità e saggezza non sono merce facoltativa!
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L’uomo deve riprendersi giorno dopo giorno la sua dignità, spesse volte oggi strapazzata. Riprendersi la dignità non significa solo usufruire pienamente dei diritti naturali che salvaguardano l’essere umano in piena giustizia, attraverso l’uso di quest’ultima tramite le norme democratiche delle leggi rispettose della Costituzione. Nulla si governa o si accompagna nella verità utilizzando l’istinto, come spesso avviene in questo tempo. La sapienza non è un elemento solo da ripartire tra i grandi saggi di un Paese, ma un sano ristoro interiore disponibile ad ogni essere umano. Un frutto celeste che per azionare il mondo verso la redenzione deve sempre prima passare dall’albero che è lo Spirito Santo. Un passaggio che il mondo oggi ha eliminato dallo scacchiere su cui si gioca la partita della vita. Riflettiamo assieme in proposito su queste profonde parole:[MORE]
“Con l’istinto, anche il più santo, mai si potrà governare un solo cuore. Occorre che esso sia a sua volta governato con la sapienza. Neanche con la verità si potranno governare i cuori. Chi vuole entrare nei cuori deve essere colmo di saggezza, anzi deve camminare con lo Spirito Santo che è la Saggezza divina ed eterna. Quanto nella Scrittura è detto della sapienza oggi non è più sufficiente. Urge passare dal frutto allo stesso albero. Il frutto sono le note della sapienza, l’albero è lo Spirito Santo”. Una raccomandazione esistenziale che in molti “snobbano”, in nome di una libertà d’espressione e di azione che cresce a pieno ritmo, ma mantiene i piedi di argilla. Non a caso la gente si chiude nel proprio egoismo e nelle paure private o collettive, tracciando intorno a sé un recinto dorato che rigetta il sapore dello vero stare assieme, pur vivendo in un mare di relazioni.
Le virtù che fioriscono dalla sapienza sono traccia dello Spirito vivente e non melodia di un testo sacro da sognare. Sapienza e vita sono compatibili all’ennesima potenza, pur se la società predilige gli effetti psichedelici proiettati dai specialisti del potere odierno. Leggiamo tra l’altro nel capitolo sette del libro della Sapienza: “La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell’Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa”. Nonostante ci si trovi dinnanzi alla potenza di Dio che diventa dono odoroso per i cuori virtuosi, non bisogna cadere nell’errore di chiudere qui il bisogno di verità eterna. “Occorre che sia lo Spirito Santo a parlare”. La sorgente del tutto va ascoltata. Non è una fiaba, ma una voce che parla ad ognuno nel mistero della Parola.
Non a caso lo stesso Gesù prima di operare un miracolo di sabato, ascolta lo Spirito Santo per non cadere nella trappola dei farisei. Gesù infatti prima di intervenire ragiona con il popolo e ottiene il consenso su un principio che è santo: Anche di sabato si salva una vita e si fa del bene, perché questi gesti non conoscono impedimenti temporali. Ora il Figlio dell’uomo può guarire l’uomo che si trova in quel contesto e chiede la sua misericordia. « …E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita…» (Lc 6). I farisei si arrabbiarono e non sapevano come fermarlo, mentre la folla lo acclamava. Verità e saggezza non sono merce facoltativa, perchè dovranno viaggiare sullo stesso binario, così come lo Spirito Santo e la sapienza. Se l’uomo perde questa oggettività celeste diventa stolto e spegne la luce che ha dentro.
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