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ROMA, 8 NOVEMBRE 2015 – “Un atto deplorevole che non aiuta”: così il Papa ha definito il furto e la successiva diffusione dei documenti privati del Vaticano.
“Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene e sono state prese misure che hanno cominciato a dare frutti, alcuni visibili”, ha aggiunto il pontefice al termina della preghiera domenicale dell’Angelus.
“Voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato. Quindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza”. [MORE]
Dopo aver letto il passo del Vangelo riguardante l’obolo della vedova, il pontefice ha spiegato che "la vera carità si fa non da quello che ci avanza, ma da quello che ci è necessario e ci costa di più dare". Il papa ha poi raccontato un episodio riguardante una famiglia di Buenos Aires.
"Una mamma e i suoi tre figli, mentre il papà era al lavoro, si erano messi a tavola davanti a delle cotolette alla milanese. Bussano, la mamma chiede chi è. Il bambino che va ad aprire spiega che c'è un povero che chiede da mangiare. E la mamma, che era una buona cristiana, prende un coltello e dice ai figli: 'Cosa facciamo? Gli diamo metà di ogni cotoletta?'. 'No mamma, non così! Prendi dal frigo', rispondono i bambini. 'No, facciamo tre panini così', replica la madre. E i figli hanno imparato. La vera carità si fa così. Sono sicuro che quel pomeriggio hanno avuto un po' di fame, ma così si fa. Dobbiamo privarci di qualcosa, come quei bambini di metà delle cotolette”.
(foto:lafedequotidiana.it)
Sara Svolacchia
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