Vatileaks 2: al via il processo in Vaticano, presenti giornalisti Nuzzi e Fittipaldi
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ROMA, 24 NOVEMBRE 2015 - Al via, questa mattina nel tribunale dello Stato della Città del Vaticano, il processo per la divulgazione di documenti riservati della Santa Sede (vatileaks) che vede imputati tre funzionari vaticani e, per "concorso in reato", due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, autori di due libri, Via crucis (Chiarelettere) e Avarizia (Feltrinelli), che riportano quei documenti. E' il secondo processo in pochi anni per vicende apparentemente simili, dopo quello al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, che nel 2012 fu condannato, e poi graziato, per aver diffuso altri documenti riservati, finiti in un precedente libro dello stesso Nuzzi, Sua Santità. [MORE]
Alla sbarra anche i ‘corvi’ Chaouqui, Balda e il suo collaboratore Nicola Maio. Sono imputati, su richiesta del promotore di Giustizia (pm) Gian Pietro Milano, "perché all'interno della Prefettura per gli affari economici e di COSEA (Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull'Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede) si associavano tra loro formando un sodalizio criminale organizzato, dotato di una sua composizione e struttura autonoma, i cui promotori sono da individuarsi in Angel Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, allo scopo di commettere più delitti di divulgazione di notizie e documenti concernenti gli interessi fondamentali della Santa Sede e dello Stato".
Chaouqui ha resto noto, con un post pubblicato oggi su Facebook, che il Vaticano ha respinto l'avvocato Giulia Bongiorno che lei si era scelta, ma che non è accreditata presso il tirbunale vaticano: "Poche ore al processo. Prego e mi chiedo la ragione per cui Gesù mi sta sottoponendo a questa prova. Saremo in sei domani. C'è un mini imputato di 17 millimetri che con sua madre andrà in aula senza il suo avvocato di fiducia: Giulia Bongiorno a cui avevo scelto di affidare nn un processo penale ma quello all'anima di una cristiana che per il Papa avrebbe dato la vita e che ora è accusata di averlo tradito".
Proteste anche dal giornalista Nuzzi: "In Vaticano è reato fare il cronista e raccontare i fatti. Ma io continuerò a fare il giornalista", ha detto intervenendo a La telefonata di Belpietro, su Canale 5. "Mi sto preparando per andare ad assistere a questa prima udienza. Credo sia giusto essere presente a questo processo che si basa su leggi molto diverse da quelle italiane. Da noi c'è per fortuna il diritto costituzionale di cronaca e d'informazione che lì non c'è", spiega il giornalista e autore del libro 'Via Crucis'.
"Non sono stato nemmeno libero di scegliermi un avvocato, me ne è stato assegnato uno d'ufficio", sottolinea Nuzzi che, riguardo alle pene dice "sono abnormi, si rischia fino a otto anni". Si tratta, sottolinea "di una reazione oscurantista al diritto miliare di ogni democrazia. Come alcuni giuristi, anche cattolici, hanno affermato, si rischia di mettere il Vaticano contro il diritto europeo ormai consolidato che afferma la libertà di stampa e di pensiero". E rimarca: "Non è mettendo le manette a un libro che si risolvono i problemi".