Vaticano, prima messa di Natale per Papa Francesco: «Non temete!»
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VATICANO, 25 DICEMBRE 2013 - La prima Santa messa di Natale di Papa Francesco, celebrata ieri sera nella Basilica di San Pietro - in Vaticano - non poteva non essere all’insegna dei valori che, fino ad od ora, stanno caratterizzato il suo pontificato: l’esaltazione degl’umili, degli emarginati. «I pastori sono stati i primi a vedere Gesù perché erano tra gli ultimi, gli emarginati».
Papa Bergoglio – che è stato coadiuvato nella celebrazione da 30 cardinali, 40 vescovi e 250 sacerdoti, oltre a 14 diaconi e altri 100 sacerdoti che hanno distribuito la comunione al termine della liturgia eucaristica- ha proseguito la sua Omelia, soffermandosi sul mistero del Natale: «Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi - e anche dentro di noi - ci sono tenebre e luce. Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre». [MORE]
Quindi, la Natività come simbolo di luce, un faro nel buio delle nostre difficoltà: «Se amiamo Dio e i fratelli – prosegue Papa Francesco - camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l'orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi».
Poi, il Santo Pontefice, citando l'apostolo Giovanni: «Chi odia suo fratello - scrive l'apostolo Giovanni- è nelle tenebre. Cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l'avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere». E, così, come spiega Bergoglio, Gesù è venuto in mezzo agli uomini, « nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. E Gesù non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Dio ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre.»
Infine, Papa Francesco ha concluso: «Il Signore, come gli angeli ai pastori, ci ripete: Non temete. E anch’io vi ripeto: non temete! Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo; sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l’onnipotente, e ti sei fatto debole».
Questa mattina - alle 12 dalla Loggia centrale di San Pietro – Papa Francesco rivolgerà - ai fedeli presenti in Piazza e a quelli che a distanza lo seguiranno - il tradizionale messaggio natalizio e la benedizione apostolica 'Urbi et Orbi', affiancato dal cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato Vaticano. Per l'occasione, saranno collegati 70 Paesi in mondovisione.
(Foto: repubblica.it)
Rosy Merola